Recensione: Agenzia Morte su carta s.r.l. di Giorgio Zucchi



In tempo di crisi, ogni lavoro può essere accettabile, anche quello di descrivere la morte prima che essa avvenga. Perché? Forse perché chi decide di togliersi la vita ha bisogno di visualizzare come e cosa accadrà, cosa proverà, dove sarà? O forse semplicemente perché l'uomo moderno non riesce a fare niente senza prima aver letto le istruzioni.

Questa è l'idea alla base di "Agenzia Morte su carta s.r.l." di Giorgio Zucchi (Bookabook), il racconto in prima persona del funzionario dell'agenzia a cui si rivolge chi ha deciso di suicidarsi per farsi raccontare per iscritto la propria morte.

L'idea, in teoria, mi era piaciuta molto, attratta come sono in questo periodo da libri che raccontano confini e passaggi. Fin dalle prime pagine, però, purtroppo mi sono resa conto che il libro è sviluppato come un diario un po' troppo semplicistico di una storia che poteva avere tantissimi approfondimenti. Manca completamente la caratterizzazione psicologica della voce narrante, che spesso si lascia andare a giudizi moralizzanti e a pregiudizi molto comuni sui suoi "assistiti". Pure dove viene indicato un coinvolgimento a parole, non riesce ad essere credibile, perché troppo asettico nella descrizione dei sentimenti.

Mi è dispiaciuto constatare che un libro dall'argomento così insolito, curioso, sicuramente originale, non mi ha coinvolto come speravo.

[libro omaggio della casa editrice]

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