Recensione: Che cosa fanno i cucù nelle mezz'ore di Carla Fiorentino


Avere trent'anni e avere dei sogni è un binomio apparentemente normale, che funziona in astratto, però. Avere trent'anni oggi, avere dei sogni e volerli realizzare anche, inizia a diventare un assunto più complicato.

Perché i sognatori, nei loro sogni, ci si calano dentro e finita la storia non c'è verso di fargli capire che la realtà è un'altra, perché in effetti la loro di realtà è proprio come la sognano.

Ne sanno qualcosa i protagonisti di "Che cosa fanno i cucù nelle mezz'ore", libro d'esordio di Carla Fiorentino [Fandango Libri], con Clementina in testa, architetto impantanato in uno studio che non sa nemmeno cosa significa la parola meritocrazia, trentenne senza troppe speranza di riuscire a smettere di contare le macchie sul muro del suo microscopico appartamento.

E io pure delle volte ero stanca, di essere così me e avrei voluto un lavoro normale, una vita regolare, un compagno, una casa ordinata e soprattutto sogni normali.

Clementina si muove in motorino attraverso Roma, descritta come città essenziale pur senza tante opportunità per chi vuole realizzare qualcosa di grande - alcuni amici di Clem sono andati all'estero e, quando periodicamente tornano, le raccontano meraviglie - e il suo gruppo di amici fa più o meno la stessa cosa. C'è Pusher che fa il libraio ed è chiamato così perché spaccia libri sotto banco; c'è Porno che fa un lavoro nelle pubbliche relazioni ma sempre con un occhio ai porno sul suo pc; c'è Flavia che conosce i nomi e le proprietà di tutte le pietre e i cristalli e poi c'è Clara, la migliore amica di Clementina che fa l'assistente universitario ma fondamentalmente vive grazie al sostegno dei ricchi genitori. Ed è proprio Clara che innesca una spirale di eventi in cui Clementina crede di vedere la soluzione a tutti i suoi problemi e a quelli dei suoi amici.

In fondo, mi venne da pensare, era sempre stato così tra noi amici. Una gara. Prima l'università, poi il lavoro, persino l'amore. Un rincorrersi. Nel comunicarsi una gioia o nel condividere quella dell'altro c'era sempre quel guizzo di antagonismo che ci teneva distanti. Forse era questo che non aveva funzionato più. Eravamo cresciuti ormai e per stare al mondo non ci bastava la vecchia maniera.

Carla Fiorentino esordisce con un racconto accorato e ironico della condizione dei trentenni di oggi, lontani dalle famiglie di origine, stretti in nuovi nuclei emotivi che spesso li fanno sentire sulle montagne russe. Clementina e i suoi amici vorrebbero essere adulti ma non ne hanno la forza nè la capacità. Eppure si sentono stretti e sperduti in qualsiasi ruolo cerchino di visualizzarsi per il futuro. Esiste una soluzione? Esistono risposte esatte alle loro domande imprecise? Esiste una formula magica per andare avanti rimanendo sempre gli stessi? Forse no, ma esiste la vita che è la soluzione, la risposta e la magia più grande.

La vera domanda importante forse è proprio 'che cosa fanno i cucù nelle mezz'ore?'. Cioè in tutto il tempo di mezzo tra un'ora e l'altra? Stanno fermi immobili ad aspettare? È questo che fanno? A me piace immaginare invece che se la spassino in quel tempo di mezzo.



[libro omaggio della casa editrice]

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