Recensione: Dove aspetta la tempesta. Un pirata sulla rotta di Calico Jack di Carla Marcone


Raccontare storie, per me, significa raccontare le vite delle persone che di quelle storie sono il fulcro. Non ci sono eventi e avventure senza che ci siano uomini e donne coinvolti, nel bene e nel male.
A maggior ragione quando si parla di Storia, non si possono ignorare i protagonisti, grandi e piccoli, che hanno contribuito a scrivere un capitolo da ricordare.

"Dove aspetta la tempesta. Un pirata sulla rotta di Calico Jack" di Carla Marcone [Scrittura & Scritture] racconta un capitolo della storia della pirateria che affonda le sue radici nel mito, con i suoi protagonisti che sono ormai diventati leggenda. Ma non solo.

La scena si apre a Plymouth, alle soglie del '700: il porto della cittadina inglese di mare è un crocevia di navi e galeoni su cui navigano grandi comandati e i più spietati pirati, su cui si imbarcano avanzi di galera e uomini dal passato misterioso. Le strade di Plymouth sono luride, così come l'animo della maggior parte dei suoi abitanti; tra di loro si muovono correndo e schivando i colpi del destino (e non solo) Hey e Hasim. I due giovani non potrebbero essere più diversi eppure niente riesce a separarli. Almeno finché Hey, in seguito ad un brutto equivoco, è costretto a imbarcarsi sulla nave del temibile William Kidd, pirata e uomo dalle mille sfumature. Oltre alla nostalgia per l'amico abbandonato a terra, Hey ha in sé un dolore che non ha nome e che non trova sollievo.

Carla Marcone scrive una storia di pirati, di corsari, di bruti violenti e di donne senza amore, ma, soprattutto, scrive una storia di grandissime emozioni. La scrittura intensa e coinvolgente - che già avevo amato in "Teresa Filangieri. Una duchessa contro un mondo di uomini" e in "Fiori di carta" - non lascia scampo: non è possibile rimanere indifferenti di fronte alla crudeltà dell'animo umano, non si può guardare altrove quando le parole raggiungono tale espressione di sensibilità e profondità.

Quella notte sotto una luna ombrata di nuvole, Hasim vide suo fratello vomitare affacciato alla battagliola di prua e pensò alla zuppa di squalo mal digerita, mentre erano i rigurgiti un cuore ustionato a spegnersi tra le onde buie di stelle.

La scrittrice si è presa la briga di scrivere di donne anche quando vorrebbe farci credere di stare facendo tutt'altro, di parlare di arrembaggi e tesori nascosti, per esempio, quando è sempre e solo uno il fil rouge della sua narrazione, che prosegue senza interruzione da un libro all'altro: la forza delle donne, il coraggio di affrontare la vita essendo sé stesse in un mondo che vorrebbe sovrastarci, annullarci, in alcuni casi distruggerci anche solo con una parola.

Ho iniziato a leggere "Dove aspetta la tempesta. Un pirata sulla rotta di Calico Jack" senza immaginare in quale abisso di sentimenti stavo per annegare. Ma è stato un naufragio inevitabile, pagina dopo pagina, fino al finale che intreccia la trama del romanzo alla Storia e lascia senza fiato, mentre si sparisce oltre l'orizzonte del racconto e si resta in balia delle onde del desiderio di leggerne ancora.

Leggete questo romanzo storico se avete voglia di immergervi in un libro che è una carezza da leggere grazie ad un linguaggio mai eccessivo ed estremamente evocativo, ma è un pugno allo stomaco per i brividi che vi provocherà.


[libro omaggio della casa editrice]

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