Recensione: L’annusatrice di libri di Desy Icardi


Quante sono le manie che noi lettori appassionati mettiamo in atto di fronte agli oggetti del nostro desiderio? C’è chi accarezza le copertine, chi sfoglia le pagine ossessivamente, chi soppesa la grammatura delle pagine, c’è chi affonda il naso nella carta stampata alla ricerca dei diversi profumi dell’inchiostro, ognuno ha il suo rituale.

Desy Icardi ne “L’annusatrice di libri” [Fazi editore] crea una favola delicatissima e potente, che non può che conquistare chi ama i libri in maniera viscerale.

È il 1957 e Adelina è una lettrice curiosa ma di mezzi limitati, vista la sua provenienza da una famiglia della provincia rurale piemontese. Grazie a sua zia Amalia, la ricca vedova di un colonnello dell’aeronautica, va a vivere e studiare a Torino, presso una scuola per signorine della buona società. Giorno dopo giorno, Adelina si rende conto di avere sempre più problemi a leggere. O meglio, a leggere con gli occhi perché improvvisamente le storie e i personaggi diventano riconoscibilissimi al suo... naso!

«Essere ignoranti non è una colpa, ma farlo sapere in giro è da idioti».

La ragazza inizia a leggere col naso, annusa il Decamerone, la Gerusalemme Liberata, le crinoline delle sorelle Bennet, le tenere e malinconiche vicende di Piccole Donne. Ogni libro la raggiunge, anche quando lei non vuole, attraverso i suoi effluvi.
È un dono o una maledizione? Un miracolo o una malattia? L'ingenua Adelina non lo sa e non ha l'animo di confidarsi con nessuno. Pian piano, però, il suo segreto viene intuito e poi scoperto da chi non si sa bene che intenzioni abbia.

«La sua particolare facoltà di leggere con il naso era di certo qualcosa di inspiegabile, ma ciò che non è possibile spiegare non deve necessariamente essere magico».

"L'annusatrice di libri" è una favola godibilissima e piena di storie parallele - una su tutte, quella della zia Amalia - che regala la gioia di un mondo dove i toni pastelli si mescolano facilmente alle ombreggiature più cupe, per creare una melodia a volte dolcissima e a volte amara, ma che immancabilmente conquista l'attenzione.

Lo stile semplice di Icardi mi ha incollata alla pagina e, benché abbia amato la schiettezza e l'ingenuità di Adelina, la storia di Amalia mi ha conquistata per l'ironia e lo sguardo disincantato, per la furbizia deliziosamente tratteggiata con poche parole che, però, rendono perfettamente l'immagine di una giovane donna povera che cerca il proprio posto nel mondo.

In maniera delicata e decisa, che mi ha ricordato il tratto delle penne stilografiche di un tempo, "L'annusatrice di libri" accompagna il lettore verso una conclusione che fa nascere un sorriso dal cuore.

[libro omaggio della casa editrice]

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