Recensione: Un freezer per il morto di Antonio Mesisca


Chi non è nato in provincia forse non lo sa, ma lo spazio ristretto dei paesi può portare a fare voli incredibili di fantasia, salti di follia e giri infiniti con la testa. O a compiere un omicidio.

Lo sa bene Franco Bianco, il protagonista di "Un freezer per il morto" di Antonio Mesisca [Scrittura & Scritture] che un mattino come gli altri, nella sua ferramenta, sferra un pugno mortale a un cliente che gli deve svariate decine di migliaia di euro. È impazzito? Lo aveva premeditato?
La risposta è no a entrambe le domande, ma quando suo padre, suo fratello, il suo dipendente e un vecchio amico vengono a saperlo, progettano di tutto affinché Franco non vada a costituirsi. Ma perché?
Attorno alla ferramenta di Franco inizia una sciarada di equivoci, segreti, incroci di destini che porteranno il protagonista di questa storia sempre più vicino alla follia, travolto da una realtà che, apparentemente, ha perso ogni senso. Ma è davvero così?

«Come è finita? Eccomi qua, a limonare con un uomo basso e barbuto dopo averlo steso con un destro. Non vi nascondo che all'apertura della partita Iva avevo immaginato un futuro un tantino più roseo. Un cazzo di casino, veramente.»

Dopo "Nero Dostoevskij", Antonio Mesisca torna con un noir ambientato nella profonda provincia italiana, descrivendo esistenze, sogni e aspirazioni che potrebbero essere quelle di ognuno di noi: un negozio per uscire dai turni da operaio, un mutuo per avviare una piccola birreria, qualche soldo da parte per sistemare i figli e farsi amare un po' nella vecchiaia, piccoli drammi che tratteggiano grandi malinconie, e che l'autore riesce a regalarci con frasi semplici e pochi tratti di inchiostro mirati.

«E del cadavere che ne facciamo?» domando, allibito dal modo in cui i miei più cari affetti si stiano trasformando in criminali privi di scrupoli. 
«Sta bene dove sta!» esclama il vecchio prima di alzarsi e congedarsi.

Come mi è capitato anche nel precedente libro, nonostante il nero che serpeggia nel racconto - con un morto chiuso in un freezer non so se potrebbe essere altrimenti - non ho potuto fare a meno di ridere: le situazioni paradossali, l'atteggiamento dei personaggi, l'ironia che condisce il tutto di un'apparente leggerezza mi hanno fatto pensare spesso che ce ne vorrebbero di più di racconti così.

Leggete "Un freezer per il morto" perché un noir così vi terrà al fresco le idee.



[libro omaggio della casa editrice]

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