Recensione: L'amico fedele di Sigrid Nunez


«Se davvero leggere aumenta l'empatia, come ci viene ripetuto di continuo, sembra che scrivere ne sottragga un po'.»
Il dolore riesce a trovare sempre nuove vie per arrivare all'anima, quando vuole. Così come trova diversi modi per esprimersi all'esterno, ma forse è attraverso l'arte che dispiega davvero il suo potenziale.
Sigrid Nunez in "L'amico fedele" [Garzanti] ci racconta il dolore della perdita, il lutto delle parole non dette e dei sentimenti non vissuti quando era il momento, e lo fa parlandoci di scrittura.

La protagonista ci guida attraverso un lungo viaggio nella memoria, da quando, appena arrivata al college, ha incontrato per la prima volta il suo professore di scrittura, l'uomo che sarebbe poi diventato il suo più caro amico, fino ai giorni in cui scrive, quando quell'amico non c'è più e le ha lasciato un'eredità più grande ancora dell'alano di cui occuparsi: il ricordo di un affetto mai del tutto espresso, la memoria di una tenerezza fatta di parole e silenzi, diventata necessaria nelle giornate di entrambi.
«Alcuni avrebbero detto che, in fin dei conti, per un artista l'unico metodo infallibile per scoprire se la sua opera è fallita sarebbe avere la riprova che tutti la capiscano.»
Il racconto è costellato di citazioni di grandi scrittori che parlano di amicizia, di scrittura e di lettura, di animali e di uomini. Pian piano, grazie anche alle parole degli altri, la protagonista riesce a trovare un suo proprio linguaggio per scrivere finalmente il libro che ha rimandato per tutta la vita e, alla fine, ci viene il dubbio che quel libro lo abbiamo noi sotto gli occhi.
«Qualsiasi scrittore degno di questo nome sa che solo una piccola porzione della letteratura fa qualcosa di più che risarcire parzialmente le persone per il danno subito imparando a leggere.» Rebecca West
Vincitore del National Book Award 2018, "The Friend" - titolo originale - è un libro sulla vita e sulla morte, sul dolore e sul desiderio di rinascita attraverso la scrittura. 
Non è difficile credere alle recensioni positive del Times, del Guardian e del New Yorker: Sigrid Nunez possiede una scrittura cristallina che non annoia e riesce a far sentire al lettore la voce della protagonista mentre cammina per le strade di New York con lo scorrere delle stagioni.
«La gente che parla di un libro come se fosse un oggetto qualsiasi, per esempio un piatto o un dispositivo elettronico o un paio di scarpe, da valutare a seconda della soddisfazione del cliente: era questo il dannato guaio, affermavi.»
In un primo momento, nei primi capitoli, ho avuto l'impressione di non riuscire a cogliere il nucleo della storia: c'era un lutto, c'era un sentimento mai confessato, c'era la fatica a vivere sapendo che il più caro amico non c'era più; c'era tutto questo ma io non ne coglievo il senso. Poi è arrivato, Apollo, un alano ingombrante e triste e io ho capito che il titolo alludeva ad altro. 
«Che cosa siamo, Apollo e io, se non due solitudini che si custodiscono, delimitano e salutano a vicenda?»
Questo non è un libro sui cani, non è un libro sul lutto, non è un libro sulla scrittura. È un libro sul bisogno che abbiamo degli altri, sulla necessità di prenderci cura di qualcuno che ne ha bisogno perché così ci prendiamo cura di quella parte della nostra anima che non ammettiamo volentieri di possedere. L'amico del titolo ha una triplice valenza: è il migliore amico scomparso, è il cane ed è il libro, la scrittura salvifica che porta alla luce sentimenti altrimenti deleteri.

Leggete "L'amico fedele" se avete voglia di un libro profondo, delicato e malinconico come una carezza alle cose fugaci della vita.



[libro omaggio della casa editrice]

Commenti

  1. Grazie Mille, Ramona, per questo suggerimento.
    Mea culpa non ne avevo mai sentito parlare :)

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