Recensione: Gli altri di Aisha Cerami


«Gli altri ci hanno maledetti; gli altri la devono pagare.»
Riuscireste a immaginare un condominio perfetto e perfettamente funzionante, con armonia tra tutti i condòmini? Benché io non abbia mai vissuto particolari conflitti nel palazzo, non riesco a immaginare un organismo del genere.
E non uso il termine organismo a caso, perché, a parer mio, un assembramento di esseri umani che vive insieme, dopo un po', inizia ad agire come un corpo unico, con un equilibrio sottilissimo che permette a tutte le sue parti di muoversi senza scontrarsi continuamente.

Il condominio protagonista di "Gli altri" di Aisha Cerami [Rizzoli] è un'entità in cui si muovono degli individui sorridenti e amichevolmente accomodanti, tutti pronti ad aiutare il vicino di casa, tutti disponibili a risolvere i problemi degli altri. Apparentemente.
«Guarda che qui i segreti non sono ammessi!»

Al Roseto il mistero era tollerato solo se faceva parte del passato. Tutto quello che condizionava il presente poteva essere nascosto solo per mantenere la pace della comunità.
Il Roseto è una palazzina anni '50 di quattro piani, circondato da un lussureggiante giardino fiorito: è qui che si muovono le vite di Nico e Rachele coi due gemelli, di Olga e la figlia Arina, della single Libia, di Romana e Stevi, di Maria e Pietro, del travestito Marilyn, e del conte con l'anziana madre.
Alla morte improvvisa di Dora, inquilina storica dello stabile, si libera il suo appartamento e la figlia non è disposta a ricevere ingerenze per l'assegnazione della casa. Arrivano così i nuovi inquilini, una famiglia composta da madre, padre e un ragazzino della stessa età di Arina.
Questa famiglia che non ha niente di strano per il resto del mondo, per gli inquilini del Roseto diventa gli sconosciuti, "gli altri".

Alla cortesia invadente dei condòmini, i nuovi arrivati oppongono una strenua indifferenza, contrastano la pretesa di sapere qualsiasi cosa con un ostinato silenzio e, al continuo lavorio dell'osservazione pettegola e malevola, replicano con un'assoluta dedizione al lavoro. Solo Antonio, loro figlio, diventa la breccia attraverso cui il condominio cerca di instaurare un rapporto. Prima solo con Arina, e poi anche con qualche altro personaggio, il ragazzino costituisce lo sguardo normale che si posa sulla bizzarra prigionia che tiene avvinti tutti quelli che varcano il cancello del Roseto.
«Ho un segreto!» Romana lo gridò, quasi.
«Tienilo per te, se riesci.»
Il nuovo nucleo, con la sua noncuranza, diventa il granello di polvere che si incastra nell'ingranaggio perfetto e fa inceppare il meccanismo che fino a quel momento aveva alimentato l'illusione di armonia generale. I segreti, tanto temuti e banditi, saltano fuori a ogni alito di vento. La violenza si scatena senza nessun deterrente.
«Come avrebbe potuto, adesso, continuare la sua esistenza artefatta? Le verità spogliano e rendono vulnerabili.»
Aisha Cerami esordisce con questo romanzo dalle dinamiche terrificanti, con una scrittura filmica che impressiona il lettore per le scene che si presentano nitide davanti agli occhi, come in una ripresa con  la videocamera.
Le descrizioni scorrono fluide senza annoiare con troppi dettagli, eppure fornendo quelli necessari a permettere all'immaginazione del lettore di rimanere sbigottita e tremante di fronte all'orrore.

"Gli altri" è un romanzo che mi sento di consigliare per le dinamiche sociali e psicologiche che diventano narrativa grazie alla maestria dell'autrice. Io l'ho letto tutto d'un fiato e, alla fine, mi sono resa conto di trattenere il respiro per correre verso l'uscita, in cerca d'aria.


[libro omaggio della casa editrice]


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