Recensione: Inventario di un cuore in allarme di Lorenzo Marone


«Di cosa hai paura?»
«Le faccio un inventario?»
C'è l'acrofobia e l'agorafobia, l'aracnofobia e l'entomofobia, la claustrofobia e l'hipopotomonstrosesquipedaliofobia.
E poi c'è l'ipocondria che è la paura che qualsiasi disturbo - dallo starnuto al prurito, passando per i brufoli e la pelle secca - in realtà sia una minaccia mortale alla propria salute e, in definitiva, alla propria vita.

"Inventario di un cuore in allarme" di Lorenzo Marone [Einaudi] è la confessione di un ipocondriaco che si conosce fin nei più piccoli meandri delle sue paure.
«Essere vivi è un miracolo giornaliero che si ripete.»
Attraverso una miriade di esempi e racconti di episodi realmente accaduti, l'autore confida al lettore quello che lo sconvolge facendo tremare le fondamenta della sua vita, la paura. 
Per l'ipocondriaco non importa che la paura sia supportata da un reale pericolo, quello che conta è il cuore in gola, la sudorazione che aumenta, la sicurezza che non si potrà andare avanti un altro giorno se quella paura si dovesse malauguratamente realizzare.
Lorenzo Marone ci racconta, come farebbe un amico di fronte a un caffè, di quella volta che, d'estate, una blatta entrò volando nel suo primo appartamento: ci viene da ridere di fronte alla comicità con cui descrive se stesso, a metà tra biasimo e tenerezza, e non possiamo che simpatizzare con lui (non fosse altro che io avrei reagito esattamente come lui, ma questa è un'altra storia...).
«Ognuno ha le sue paure, ci scherzo su, ma in verità rispetto tutti. E come potrei proprio io non farlo? È che il mondo è come te lo metti in testa.»
Tra storie personali, aneddoti storici e nozioni scientifiche e paradossali, "Inventario di un cuore in allarme" è un'analisi poetica di preoccupazioni, ansie e fobie che di poetico non hanno proprio niente.
È la voce di Marone che ci accompagna in questo viaggio, che ci parla di sé ma anche di noi stessi, è quel tono così riconoscibile perché ascoltato mentre ci raccontava le storie dei suoi altri romanzi, è quel suono che, mentre ci parla di psicosi, ci dice anche che «se è vero che i cuori di chi si vuol bene tendono a sincronizzarsi, allora il mio rintocca nello spazio con lo stesso ritmo di chi amo» e a quel punto è come se un incantesimo spazzasse via qualsiasi paura.
«Crediamo che tutto sia perfetto, frutto di un'armonia celestiale, in realtà è l'imperfezione a mandare avanti le cose, in ogni campo.»
A ben guardare, la copertina di questo libro - con un'illustrazione di Andrea Ucini - ci dice tutto: la paura è quel pesce enorme che noi cerchiamo di prendere con un retino minuscolo. Se osserviamo meglio, il messaggio è quanto di più positivo ci si possa immaginare: è la speranza che fa aspettare l'omino lì, con quel retino del tutto fuori misura, perché, in fondo, nonostante la paura che le dimensioni di quel pesce gli ispira, lui sa che lo prenderà, quanto meno ci proverà ed è questa la sua vittoria. È la speranza ci fa convivere, nonostante tutto, con la paura.

Leggete "Inventario di un cuore in allarme" se sapete di essere ipocondriaci: non vi sentirete soli!
Leggetelo anche, e soprattutto, se siete sicuri di non esserlo: vi ricrederete!
«Tutto si trasforma, è in evoluzione. Tutto, tranne la mia ipocondria, ferma e piatta come un tempo si credeva fosse il nostro pianeta.»


[libro omaggio della casa editrice]

Commenti