Recensione: L'imprevedibile Venetia di Georgette Heyer



«Nessuno avrebbe negato che Venetia fosse una ragazza assai graziosa; molti non avrebbero esitato a definirla bella.»

Una ragazza di buona famiglia, all'epoca della Reggenza, o si sposava più o meno il giorno dopo aver fatto il suo debutto in società, o era da ritenersi senza speranza, una candidata ideale per la zitellaggine.
Almeno è questo che viene fuori dai romance storici che io amo più di tutti, quelli della regina del genere, Georgette Heyer.

Anche la protagonista de "L'imprevedibile Venetia" [Astoria] è una candidata ideale alla solitudine amorosa, perché ha venticinque anni - venticinque, per l'amor del cielo! - e, nonostante sia più bella e più ricca di molte altre signorine del suo ambiente, non è fidanzata né tantomeno in procinto di farlo.

«A suscitare ammirazione non erano soltanto la grandezza e la luminosità degli occhi, o l'opulento splendore dei capelli dorati, o la curva incantevole della bocca; vi era nel suo viso un fascino che nulla doveva alla perfezione dei lineamenti: una dolcezza, uno scintillio di irresistibile umorismo, uno sguardo insolitamente aperto, privo di timidezza o affettazione.»

Venetia, infatti, si occupa egregiamente della tenuta di famiglia in attesa che il fratello maggiore rientri dal suo reggimento stanziato in Francia e si occupi del titolo e delle sue proprietà. Intanto, trascorre le sue giornate in intellettualissime conversazioni con il fratello più piccolo, il diciassettenne Aubrey, il cui perenne malumore e spirito critico sono inaspriti da un difetto di nascita che lo rende claudicante.

Non si può negare che la bellezza di Venetia passi inosservata, visto che a contendersi i suoi favori ci sono due giovani vicini, Edward e Oswald, entrambi convinti di essere il preferito dalla ragazza che, dal canto suo, non prende minimamente in considerazione di incoraggiare l'uno o l'altro.

Le giornate trascorrono tranquille a Undershaw, nello Yorkshire, fin quando non arriva lord Damerel, erede della vicina tenuta e conclamato libertino le cui mirabolanti imprese sono sulla bocca di tutti anche dopo anni. Inevitabilmente Venetia e Damerel si incontrano e da lì a scoprire che l'uomo è appunto un uomo e non un ragazzino imberbe, il passo è breve. 

«Il matrimonio con Edward sarebbe stato sereno e privo di turbamenti. Un'esistenza condotta al fianco di un marito gentile, pronto a difenderla dalle asprezze della vita. Ma Venetia aveva sempre avuto un gusto di vivere che Edward ignorava e un coraggio che le permetteva di guardare in faccia il rischio e di non fuggire.»

Georgette Heyer ci regala un romanzo storico regency che ha tutti gli elementi tipici del genere: una fanciulla di buona famiglia, un libertino e le regole del Ton che ne impediscono l'unione nonostante l'amore. 
L'elemento che rende una trama piuttosto convenzionale un vero e proprio godimento è l'umorismo, l'ironia, quello spirito arguto che salva la nostra eroina dall'essere insignificante e consacra la scrittura dell'autrice inglese come un caposaldo e una tavola dei comandamenti per tutti quelli che vorranno arrischiarsi a scrivere un regency di qualità.

Amo i dialoghi brillanti e intelligenti, adoro immergermi nei complicati valzer delle regole della buona società di quel periodo e non c'è niente che mi stuzzichi di più di scoprire quale soluzione inaspettata troveranno i nostri eroi per coronare il loro sogno d'amore. 
Inoltre, sono convinta che Heyer riesca sempre ad affidare alle sue eroine un messaggio modernissimo di indipendenza femminile e fiducia in se stesse, soprattutto se si considera che questo romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1958.

Nemmeno questa volta sono stata delusa, anche se il finale mi è sembrato un po' troppo veloce: un attimo prima non c'era via d'uscita e quello dopo era tutto sistemato nel migliore dei modi.
Mi sarebbe piaciuto, nell'happy ending, un maggiore dispiegamento di intreccio. 
C'è da considerare che forse dico così perché - come al solito - mi ero affezionata ai personaggi e avrei voluto passare un altro po' di tempo con loro.

Leggete "L'imprevedibile Venetia" se avete bisogno di coccolarvi, di prendere un tè coi pasticcini e lasciarvi andare all'ilarità che scaturisce dall'intelligenza più frizzante.


[libro omaggio della casa editrice]


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