Recensione: Una Cadillac rosso fuoco di Joe R. Lansdale



«Il mio sogno americano era zeppo di sangue e avidità, ma non me ne fregava niente. Era quello che volevo.»

Si può non aver letto ancora uno dei libri - più di venti! - scritti da uno dei più importanti scrittori americani contemporanei? Ebbene sì, io non avevo ancora letto Joe R. Lansdale, lo confesso.

Ho iniziato con "Una Cadillac rosso fuoco" [Einaudi], uscito a luglio, e che è stato un ottimo compagno estivo, oltre che una meravigliosa iniziazione a una scrittura che, ora lo so, dà dipendenza.

Ed Edwards vende auto ed è bravo: grazie a pochi aggiustamenti, riesce a far passare una macchina sul viale del tramonto per una fiammante puledrina dai motori ruggenti. Succede così quasi sempre, tranne che per una Cadillac rosso fuoco, che ha il valore aggiunto di essere stata acquistata da un tizio, Frank, con una donna spettacolare al fianco. È grazie all'avvenenza della donna, infatti, che riesce a spuntare un prezzo di tutto rispetto e che si imprime nella mente di Ed.

«Volevo quella donna e volevo quello che aveva. Ma soprattutto volevo una chance per svoltare, dimostrarmi più bravo di mio fratello, più bravo di come mi credeva mia madre. Volevo la chance di essere un bianco.»

Quando Frank inizia a non pagare le rate della macchina, il capo di Ed lo manda a riscuotere. Si trova di fronte Nancy in pantaloncini e top che gli presenta una situazione che non aveva considerato: Nancy gli propone di uccidere il violento Frank, riscuotere la sua assicurazione sulla vita e mettere a posto ognuno i loro affari. Ma avranno il coraggio di andare fino in fondo?

Joe R. Lansdale ci regala un romanzo nero che ti prende per il collo e non ti lascia fino alla fine.
Durante la lettura, ho avvertito quel senso di claustrofobia che prova chi ha solo una via d'uscita e anche quella non è troppo confortevole.
Al di là del pulp - che pure mi ha ammaliato -, ho amato l'approfondimento umano, il non sentirsi mai all'altezza di se stesso né del suo sangue, il non appartenere pienamente a nessuna famiglia, diventa una seconda pelle, pesantissima, che Ed si porta in giro da quando ne ha coscienza. 
Ed Edwards è un personaggio complesso, solo apparentemente è spaccone e il suo arrivismo affonda le radici in una mancanza d'amore più grande di quanto lui stesso si renda conto.

«Avrei ucciso Frank per prendermi la sua donna e la sua roba. Una versione del sogno americano un pizzico più violenta e sanguinosa.»

Su tutto, ho amato l'ambientazione: la profonda provincia americana, con le sue passioni torbide, velenose, con quel desiderio di evadere dai luoghi e dalle anime che vi vivono. Non esistono buoni fino in fondo e nessun cattivo ha il coraggio di andare fino all'inferno: ci sono infinite sfumature nella bandiera a stelle e strisce.

Ogni risvolto di questa storia, anche quelli che sembrano più leggeri, hanno un pizzico di disagio tale che dà i crampi allo stomaco. Le scene più cruente hanno un ritmo cinematografico che permette di vedere davanti agli occhi ogni colpo, ogni schizzo di sangue, si sente perfino la puzza.

Non c'è scampo, né per Frank né per il lettore: volenti o nolenti, ci sporcheremo le mani, ci sentiremo colpevoli perché, a un certo punto, prenderemo le parti di Ed, vorremmo che il suo piano funzioni, vorremmo che, alla fine, possa riuscire a farla franca, soprattutto con la sua coscienza.

«Non tutti meritano di vivere a lungo. A certi basta fare poca strada per arrivare all'inferno. E io avevo appena deciso che Frank era uno di quelli.»

"Una Cadillac rosso fuoco» è stato il mio primo libro di Lansdale, ma è stato un inizio col botto, perché mi ha lasciato addosso la voglia di continuare a leggere questo autore talmente prolifico, che ora sono in imbarazzo su quale titolo scegliere dopo. Di certo sono impaziente di tornare in quell'America dai toni cupi, con una polvere resistente che appanna tutto, anche le coscienze, ma apre gli occhi al lettore sulla letteratura americana contemporanea.

- Scusa, hai ragione. Sono nervoso.
- Io pure. Non avevo mai aiutato qualcuno a uccidere un uomo.
- Siamo stati fin troppo bravi.


[libro omaggio della casa editrice]

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