Recensione: Le vite nascoste dei colori di Laura Imai Messina



«Senza il colore, Mio si sentiva nulla.»

La bellezza, a volte, è qualcosa di talmente delicato che si ha paura a guardarla troppo da vicino, per non sciuparla. Ma se si corre il rischio, che spettacolo!

"Le vite nascoste dei colori" di Laura Imai Messina [Einaudi] è un libro che ha in sé la luce e la delicatezza di un'alba molto attesa che, a guardarla, gli occhi non si saziano mai.
Quando ho avuto tra le mani questo libro dalla copertina bianca, ho avuto immediatamente timore di sciuparlo: l'ho accarezzato, ho sentito sotto le dita la trama ruvida, e poi mi si sono aperti gli occhi.
Quel bianco che a prima vista sembra immacolato e abbagliante, in realtà contiene in sé diverse sfumature, tonalità che toccano anche un lievissimo grigio, ombre che lasciano emergere un volto dal sorriso enigmatico, screziato, non si sa, se di gioia o di lieve malinconia.

«A dire la verità non riesco a vedere nulla di quanto lei dice, ma trovo che sia comunque una meraviglia.»

Mio ha uno sguardo speciale: a causa del tetracromatismo, riesce a vedere milioni di colori, comprese le sfumature che l'occhio, nella sua visione normale, non riesce a cogliere.
Fin da bambina, questa esplosione che avviene davanti ai suoi occhi l'ha portata a elaborare una narrazione particolarissima per farsi comprendere dagli altri: Mio descrive alla madre un giallo che, nonostante la sua esperienza nell'atelier di kimono da sposa, non solo non ha mai visto, ma non ha mai nemmeno immaginato potesse esistere. Così, per ogni colore esiste una definizione minuziosa, bellissima, poetica e spaventosa: sì, perché Kaneko Yoshida ha paura della diversità della figlia e cerca prima di negarla e poi di nasconderla. Ma i colori fanno parte di Mio.

«A forza di abusare di quella forza sfrenata, l'amore aveva iniziato a bruciare la testa e la stava trasformando in un'altra persona.»

Quando Aoi entra nel negozio di colori dove lavora Mio, stranamente, lei non ne percepisce il colore (come le succede invece con tutte le persone che incontra). Eppure, questa neutralità diventa un'attrazione fortissima, unita alla gentilezza e allo spirito di quell'uomo che si occupa di accompagnare le persone nel loro ultimo viaggio. Anche quando lo vede nel suo elemento - l'agenzia funebre ereditata dal padre -, Mio percepisce un grigiore inafferrabile in Aoi, ma non riesce a fare a meno di continuare a descrivergli i colori che il suo occhio percepisce, in un incessante dialogo che, in seguito, si scoprirà essere un monologo, perché Aoi è daltonico.

Del resto, Aoi non è entrato per caso nella vita di Mio, il loro amore, che sembra perfetto, ha radici che affondano nel passato e che possono cancellare la possibilità di avere un futuro insieme.
Eppure, anche di un amore ci sono infinite sfumature.

«Pensò al padre, al suo modo rigoroso di maneggiare la morte; pensò a suo zio, a quando gli ripeteva che in certe persone c'è una grazia cui si fatica a dare voce.»

Anche in "Le vite nascoste dei colori" c'è una grazia a cui si fatica a dare voce, è un colore indefinibile, una melodia lieve, un profumo raffinato e impalpabile che però cattura ogni senso.
Fin dalle prime pagine, ho avuto la consapevolezza di essermi immersa in una storia profonda a diversi livelli: non solo la narrazione principale, ma qualsiasi ramificazione collaterale, assume la valenza di una trama talmente appassionata da distogliere, in alcuni momenti, dalla lettura principale.
Il collante è la scrittura di Laura Imai Messina, una pennellata delicatissima ma efficace, un acquerello su cui l'autrice traccia con decisione i segni di una lingua e di una cultura antichissima. Si rimane incantati.

La storia di Mio, Aoi e dei colori è conclusa in sé stessa, eppure la nostalgia che mi ha scatenato una volta finito il libro, mi ha fatto auspicare di leggerne ancora.
Può darsi, chi lo sa, che li rincontreremo ancora, così come è successo con l'accenno in questa storia al Telefono del Vento di "Quel che affidiamo al vento": sono sicura che la magia della scrittura di Laura Imai Messina può portarci praticamente dappertutto.

C'era un pensiero fisso che crescendo, pur in mille varianti, sarebbe diventato una costante nella vita di Aoi: «È importante partire con l'anima ben preparata. Serve attrezzarsi contro la paura, contro la superstizione, contro gli altri ingombri del cuore.»



[libro omaggio della casa editrice]

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