Recensione: Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio de Giovanni



Angeli.
Angeli che aiutano, angeli che proteggono.
Angeli che assistono, angeli che perdonano.
Angeli che vendicano.

Se avete mai avuto una passione, potrete comprendere se vi dico che un libro di Maurizio de Giovanni tira l'altro. Difficilmente riuscirete a leggere una storia senza affezionarvi a uno o più personaggi, senza volerne conoscere pensieri, opere e omissioni. Senza sentirne la mancanza alla fine del libro.

Con la serie dedicata ai Bastardi di Pizzofalcone, la mancanza non si concentra su un personaggio solo ma su un'intera squadra investigativa, su un quartiere che è anch'esso protagonista, su un modo di muoversi per la risoluzione di un caso.

Con "Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone", l'undicesimo capitolo della serie in uscita oggi per Einaudi, De Giovanni ci porta ancora a passeggio per il quartiere e ci fa sentire gli sguardi che toccano chi viene da fuori, chi lì non ci è nato ma di cui, immancabilmente, si conosce tutto.
Come succede a Nando Iaccarino che ha appena aperto un'autofficina che si occupa di auto e moto d'epoca. Nando non è di Pizzofalcone, ma è benvoluto e molto apprezzato dai collezionisti e gli appassionati, che si passano il suo nome come quello di un angelo che fa miracoli coi motori. Così, quando viene trovato morto nella sua ordinatissima e lindissima officina, gli investigatori di Pizzofalcone chiamati sul posto non capiscono cosa ci sia fuori posto. Eppure, proprio Lojacono sente che, in mezzo a quell'ordine quasi maniacale c'è qualcosa di disordinato, un elemento che non riesce a mettere a fuoco ma che tocca la sua sensibilità di segugio.

«Il quartiere. A saperlo leggere, il quartiere.
In discesa, percorrendo la via dove abitava, Pisanelli rifletteva su quanto fosse parte di quel luogo, e su quanto quel luogo fosse parte di lui.»

Come sempre, quando si tratta dei Bastardi, l'indagine ufficiale sottende una serie di tensioni interne ed esterne che toccano il nucleo e i singoli poliziotti. Stavolta, la magistrata Laura Piras oltre a tirarsi indietro nella difesa indefessa del commissariato maledetto, diventa reticente anche con Giuseppe Lojacono, nelle cui braccia sembrava aver ritrovato le ali per volare.
Trattandosi di angeli, ognuno interpreta a modo suo la presenza celestiale nella sua vita: Palma lo ravvisa nel corpo appassionato di Ottavia Calabrese, mentre Francesco Romano vede un angelo ogni volta che guarda il sorriso della piccola Giorgia; Marco Aragona sembra impegnato solo a gingillarsi con il suo ego e con la conquista dell'universo femminile, ma riesce a trasformarsi inaspettatamente in un angelo vendicatore; Elsa Martini ha solo la faccia di un angelo ma le preoccupazioni infernali di una mamma single; Alex Di Nardo ha rimesso piede nel suo personale paradiso e Giorgio Pisanelli, in pensione ma mai  domo, veglia sul commissariato come un vero angelo custode.

Anche gli angeli, però, cadono e l'inferno può essere lo spettro della solitudine che fa capolino nella malinconia di un appartamento mezzo vuoto e in mani che non sanno cosa fare senza la pelle amata da accarezzare.
"Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone" racconta una storia nera, lontana dalla beatitudine angelica e non solo per il delitto che è al centro dell'indagine.
I Bastardi sono messi alla prova, professionalmente e personalmente, e non c'è angelo che sembra poterli salvare.

Dopo "Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone", De Giovanni ci racconta sempre più emozionalmente la vita di questi uomini e donne che perseguono la giustizia districandola dai nodi delle brutture e delle violenze che incontrano.
Tutto attorno, il quartiere di Pizzofalcone agisce da nido e, allo stesso tempo, prigione, coccolando e schiaffeggiando anche chi vi si trova semplicemente a passare.

Anni passati a leggere questa serie non mi hanno mai regalato quella consuetudine che sfocia nella noia   perché, libro dopo libro, i personaggi sono diventati conoscenze di cui vorrei sapere sempre di più, come del rapporto tra il magistrato Diego Buffardi e Elsa Martini, per dirne una.

Noi lettori non possiamo fare altro che rivolgere una preghiera all'angelo custode dell'autore, affinché lo ispiri più velocemente possibile a regalarci una nuova avventura dei Bastardi.
Che, in fondo, gli angeli questo fanno: ci illuminano per farci regalare un pezzetto di paradiso - in questo caso, sotto forma di libro - a chi ci sta attorno.

«E allora, mi dici a loro chi ci pensa?
A loro chi?
Agli angeli.
Chi ci pensa, agli angeli?»


[libro omaggio della casa editrice]

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