Recensione: La libreria dei gatti neri di Piergiorgio Pulixi

                                                                                                                                                                                                         
«Un pensionato malinconico, un frate fin troppo vivace, un'ottantenne fissata con i serial killer, una ragazzina che si veste dark e sogna di uccidere qualcuno e un libraio sull'orlo del fallimento. È davvero questa la combriccola di investigatori a cui vuoi affidare la tua indagine?»

Fino a qualche anno fa non ci avrei creduto nemmeno io, ma leggere gialli rende la mente abbastanza elastica da poter abbordare ragionamenti anche molto distanti dal comune sentire.
Il gruppo di investigatori del martedì, protagonista di "La libreria dei gatti neri" di Piergiorgio Pulixi [Marsilio], è abbastanza eterogeneo da non avere niente altro in comune se non la passione per i gialli e anche in quello sono molto diversi. C'è Maina, abbreviazione di "Mai 'na gioia", che conosce a memoria Wilkie Collins e Dorothy Sayers e veste completamente di nero; c'è Camilla Solinas che ha ottant'anni e una preferenza per i thriller sanguinari e spietati; il signor Scalabrini, invece, sembra essere uscito direttamente da un racconto di Lovecraft, mentre Fra Raimondo è un frate cappuccino appassionato di Chesterton e dei racconti di padre Brown.
E poi c'è Marzio Montecristo, ex maestro elementare e libraio, sull'orlo del fallimento e anche di una crisi di nervi, di fronte alle richieste assurde che, ogni giorno, i clienti della libreria Les Chats Noirs, a Cagliari, gli sottopongono.

«Marzio Montecristo non s'illudeva: quella mattina era iniziata troppo bene perché potesse proseguire in modo altrettanto promettente.»

Montecristo è un personaggio che attira immediatamente la simpatia del lettore, anche se, a prima vista, sembra non proprio amichevole verso gli esseri umani che transitano per la sua libreria. Vi confesso che mi hanno fatto molto ridere tutti i suoi siparietti con i titoli errati richiesti dai clienti, ma anche il modo in cui si esaspera perché la gente non lo capisce.
Del resto, i due gatti neri, Miss Marple e Poirot, si comportano alla stessa maniera con lui, snobbandolo silenziosamente ed evitandolo, alteri, alla ricerca dei propri angoli preferiti, salvo poi fargli sentire la loro vicinanza nei momenti cruciali.

«Les Chats Noirs era una piccola libreria indipendente specializzata in letteratura gialla: in città nessun altro negozio poteva vantare un'offerta di polizieschi che eguagliasse quella di Montecristo.»

"Gli investigatori del martedì", scopriamo in quest'occasione, si sono già resi utili alle indagini della polizia su un caso freddo, trovando la soluzione attraverso lo studio del dossier fornito loro dalla sovrintendente Angela Dimase e dall'ispettore Flavio Caruso. Stavolta, però, quando Angela si rivolge al suo vecchio amico d'infanzia, Marzio, sa che il pericolo è dietro l'angolo, perché il sangue delle vittime non si è ancora raffreddato. Un uomo incappucciato, infatti, si è introdotto in un appartamento, ha legato i due coniugi e il figlio e, sotto la minaccia di una pistola, ha intimato all'uomo di scegliere, tra la moglie e il figlio, chi avrebbe dovuto essere ucciso. Se entro un minuto - scandito da una clessidra - non avesse scelto, avrebbe ucciso entrambi. Un sadico sanguinario che non ha rimorsi né lascia tracce e, anche chi sopravvive agli assalti, non è in grado di riconoscerlo.

"La libreria dei gatti neri" è un giallo che rispetta le regole del genere e, in più, è pervaso da una sottilissima tensione che si insinua sotto pelle e gela il sangue.
Il burbero Marzio è il personaggio più complesso, quello che, secondo me, ci riserverà ancora tante sorprese. Perché le poche che ci ha svelato in questo romanzo, fanno intuire una profondità che merita ulteriori approfondimenti.

Piergiorgio Pulixi, grazie alla sua narrazione coinvolgente, mi ha accolto in un microcosmo fatto di scaffali colmi di libri (prendete appunti su tutti i titoli suggeriti, mi raccomando), con un angolo di lettura comodo e pieno di spunti di riflessione e due gatti neri dallo sguardo giudicante e onniveggente. È stato un piacere rifugiarmi tra queste pagine e, fuori da ogni retorica, mi mancherà quel momento della giornata in cui incontravo Marzio e i suoi investigatori.
Li lascio con la speranza di rincontrarli ancora alle prese con nuove letture e, purtroppo per loro, nuovi omicidi.

«Senti come parla forbito...» fece il poliziotto alla partner. «Si vede che è un uomo di cultura.»
«Cultura?» disse la ragazza scandalizzata, guardandosi attorno. «I gialli sono cultura?»


[libro omaggio della casa editrice]


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