Recensione: Stelle di un cielo diviso di Giuseppe Raudino


Vivere divisi tra due Paesi e due culture, non è semplice.
Si cerca di tenere il meglio di ogni posto e di ogni esperienza, filtrando il tutto grazie alla passione che ci ispira un luogo o l'altro.

"Stelle di un cielo diviso" di Giuseppe Raudino [Alessandro Polidoro Editore] è la storia di un animo diviso tra il rigore inglese e la calorosità cipriota, tra la razionalità e la superstizione.
La protagonista, Cathy Urquhart, è la figlia di un ufficiale dell'aviazione inglese di stanza a Cipro: cresce integrando perfettamente l'educazione inglese con la cultura del Paese che li ospita. Durante gli anni universitari, incontra Yasim, di origini turco-cipriote, e i due ragazzi vivono un amore appassionato che, tuttavia, finisce senza un motivo apparente. Di mezzo ci si mette la vita e, dopo molti anni a Londra, Cathy torna a Cipro - nel 2000 - come incaricata dell'Onu in vista delle trattative per l'entrata di Cipro nell'Unione Europea e nel sistema economico dell'euro.
«Cipro è la sposa di tutti, tutti la amano e tutti pensano di poterla avere.»
Il racconto, in prima persona, si divide tra il presente e il passato, con Cathy che ricorda, dopo molti anni di rimozione, la sua storia con Yasim, il suo modo di pensare, la gelosia, la passione. Da Cipro a Parigi, passando per le Isole Frisone, per ritornare poi a Cipro, la storia mescola perfettamente i fatti storici con le questioni diplomatiche connesse alla convivenza di due popoli - greci e turchi - in un'isola che dovrebbe essere territorio di unione e invece perpetra ancora profonde divisioni.

Cathy ci fa da narratore e guida attraverso le strade di Cipro, svelando al lettore storie e aneddoti,  usanze e leggende che fanno da corollario a una situazione politica delicata dai risvolti molto interessanti.

Ho apprezzato la scrittura di Giuseppe Raudino nella narrazione storica: anche i passaggi più complicati, sono resi godibili grazie alle spiegazioni in grado di conquistare anche chi è a digiuno di affari politici internazionali. Nel racconto della storia d'amore di Cathy e Yasim, invece, il tono cronachistico non permette di creare empatia tra il lettore e i personaggi: confesso di non aver particolarmente simpatizzato per questa relazione, perché non ho percepito nessun sentimento da parte dei protagonisti, tanto da non averne pienamente compreso la separazione. I capitoli finali, poi, in cui questa liaison viene riletta con l'occhio della superstizione e del malocchio, mi hanno suscitato malinconia e un vero e proprio dispiacere.

Mi è dispiaciuto soprattutto per il romanzo in sé, che fino a quel momento era stato sostenuto da una scrittura solida, che sapeva quello di cui stava parlando e forniva al lettore un'isola sicura di conoscenza. Dover leggere di diavolo, malocchio, fatture e sacerdoti esorcisti, mi ha sorpreso e, purtroppo, non in maniera positiva.

"Stelle di un cielo diviso" resta un libro da leggere, soprattutto perché racconta un aspetto della storia di Cipro che difficilmente troveremo sui giornali.



[libro omaggio della casa editrice]

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