Recensione: Una sirena a Settembre di Maurizio de Giovanni


«Le storie fanno così, e sembra faticoso raccontare antefatti e singole situazioni, e questo fa questo e quello fa quello, sembra che tutto sia immobile e che niente possa cambiare.
Poi però i pezzi della storia si incontrano e ogni cosa si mette ad andare più veloce.»

Le leggende narrano che la sirena Partenope fosse un essere mitologico metà donna e metà uccello - e in seguito, rappresentata come metà donna e metà pesce -, che col suo canto ammaliatore cercò di incantare Ulisse che, indifferente, le spezzò il cuore. Per il dolore, Partenope si gettò in mare e andò a morire sulle sponde delle spiagge di Napoli.

Oggi, però, la sirena assume forme diverse, non ha né ali né coda di pesce, ma resta ammaliatrice col suo canto e con le storie che sa raccontare.
In "Una sirena a Settembre"[Einaudi], nuovo capitolo della serie dedicata a Mina Settembre, Maurizio de Giovanni ci sussurra che ci sono sirene giovani e meno giovani, ingenue e furbe, capaci di incantare col canto e con le parole e, su tutte, la Signora, madre e narratrice, ventre e voce di una città in cui tutte le storie, come le vite, si toccano.

«Perché te l'ho detto, giovino', non si può mai pensare che tante persone che campano una addosso all'altra riescano a navigare senza tozzarsi in continuazione, senza sbattere e senza che ogni allontanamento sia solo momentaneo.
Qua in fondo è sempre e solo una storia. Si può raccontare a pezzi, ma è sempre una storia sola.»

Stavolta Mina, assistente sociale del consultorio dei Quartieri Spagnoli Ovest, deve fronteggiare l'ostilità del quartiere contro l'istituzione che rappresenta, perché una sirena (televisiva) ha raccontato una storia di miseria e degrado che ha per protagonista un bambino talmente affamato da litigarsi il pane con un cane randagio. Come possono, i servizi sociali, permettere questo? Come si permettono di infangare il nome e il cuore di un quartiere che, nonostante i lati bui, ha sempre badato al benessere dei suoi bambini? Un'offesa del genere, trasmessa in diretta regionale, per giunta, non può passare inosservata e tocca a Mina occuparsene.

Nello stesso quartiere, poco lontano dal consultorio, c'è un'altra sirena, senza gambe ma con una voce capace di far gelare il sangue: Ester, dal suo balconcino, canta gettando il cuore oltre qualsiasi ostacolo rappresentato dalla sua sedia a rotelle e si sente libera. Purtroppo, Marco, suo fratello, non riesce a rassegnarsi a guardare quell'anima pura bloccata lì, e ogni giorno le giura che prima o poi la rimetterà in piedi. In un modo o in un altro.

In quei giorni, un'anziana viene scippata, cade e va in coma. La sirena televisiva - al secolo Susy Rastelli, attuale fidanzata di Claudio De Carolis, ex marito di Mina - fa un appello accorato che porta il colpevole a costituirsi. Tutto troppo facile, tutto troppo preciso. E poi, cosa c'entra una sirena tatuata?

Su tutto, si sente una voce che racconta, sussurra, fa domande di cui conosce già le risposte. È la voce della Signora, che ferma il tempo e lo rende un attimo eterno, mentre le sue storie prendono forma, si toccano, si intrecciano, fino a non essere più distinguibili l'una dall'altra.

«Una storia, giovino', è fatta di piccole cose. E di passaggi di stato.
Ricordatelo, se vuoi fare lo scrittore.»

Dopo "Troppo freddo per Settembre", Maurizio de Giovanni ci porta di nuovo a parlare con Mina, ci fa sedere in quel suo ufficio scombinato, con il ginecologo Domenico Gammardella, detto Mimmo, che all'improvviso entra dalla porta e perdiamo tutti il filo del discorso (a proposito, non trovate anche voi che sia uguale a Brad Pitt in Ocean's Eleven?!).
Ci fa sedere con lui per terra fuori al basso della Signora e, mentre lei prepara da mangiare sbucciando, spezzando, tagliando, non sappiamo più se è giorno o notte e quanto tempo siamo stati lì a sentire parole che si abbracciano, che si incatenano in un incantesimo impossibile da sciogliere.

"Solo a Napoli può capitare che il figlio di un ricco professionista sia il compagno di banco di un ragazzo dei Quartiere - spiega l'autore nel corso di un incontro coi blogger -. In una realtà diversa, il ricco rampollo andrebbe a scuola in Svizzera, come voleva sua madre, non sarebbe stato possibile far toccare queste due storie. Ma Napoli lo rende possibile, cambiando per sempre le vite di entrambi."

"Una sirena a Settembre" è un romanzo che compie un passo in avanti nella conoscenza dei personaggi che abbiamo conosciuto e amato nei precedenti capitoli - Mimmo, Claudio, il maresciallo Gargiulo, Mina stessa - e mette una pietra miliare nella produzione dell'autore, con la figura della Signora, un personaggio poetico, materno e maestoso nella sua sicurezza di donna che conosce i bisogni primari di chi rivolge lo sguardo a lei.

Come sempre mi succede quando si tratta di Maurizio de Giovanni, niente è mai abbastanza e un libro così, che mi avvince con il suo calore, finisce troppo in fretta, lasciandomi affamata e avida di tutte le nuove storie che la sua fantasia saprà ancora regalarci.



[libro omaggio della casa editrice]

Commenti