Salone del Libro di Torino, ovvero la vittoria del libro sulla crisi


"Anche i numeri hanno decretato che il 25° Salone Internazionale del Libro non è stato il Salone della crisi. A poche ore dalla chiusura, le biglietterie parlano di un incremento del 4.1% rispetto al 2011, che – se mantenuto fino alle 22 – attesterà i visitatori fra i 317 e i 318.000" si legge nel comunicato stampa finale della XXV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Passato il fastidio di veder associare anche ai libri la parola "crisi", i dati mi fanno riflettere. Nel fatto che ci siano più visitatori degli altri anni, ci voglio leggere una maggiore volontà di fuga dalla realtà contingente. Mi spiego meglio.

Non so voi, ma io, quando vado alle fiere del libro - e in generale, in luoghi dove ci sono più libri che persone -, mi estranio da quello che succede fuori. E' come se mi fosse offerta la possibilità di staccare la spina dai telegiornali, dalle notizie di cronaca, da tutto quello che mi angustia negli altri giorni (e che, molto spesso, ha a che fare con i telegiornali e la cronaca). Che ci sia crisi, ormai non può più negarlo nessuno - sfido, io! -, e forse per questo la Fiera del Libro di Torino è stata vissuta come la terra franca in cui rifugiarsi alla ricerca di una speranza di futuro. E se la speranza per il futuro la vediamo - io la vedo da tempo - nei libri, non mi posso che rallegrare.

Un'altra cosa positiva è che l'anno prossimo si punterà di più sui piccoli editori. Ed era ora, aggiungerei! Dal momento che i grandi editori sono quelli che conosciamo bene, che pubblicano determinati libri di determinati autori - e a volte non sono nemmeno tutta questa novità -, la piccola editoria costituisce quella ventata di freschezza di cui non mi stanco mai. E poi, avete notato che spesso le copertine dei libri che pubblicano sono delle piccole opere d'arte? Io noto tutti questi dettagli e, fortunatamente, non sono la sola. Comunque, se davvero il Salone di Torino prenderà questa direzione, l'anno prossimo non potrò mancare.

Una delle belle novità di quest'anno è stato il N.E.I. (Nuovi Editori Indipendenti), un gruppo di giovani editori indipendenti, appunto, composto da Intermezzi, Neo.edizioni, CaratteriMobili, Miraggi, Caravan e Las Vegas, di cui, bene o male, mi è capitato di trovare in giro in rete qualche pubblicazione, anche sotto forma di ebook, e vale le pena approfondire. L'unica pecca è che, quando  cerchi i loro libri in libreria - piccole e grandi librerie - difficilmente ce li hanno e ordinarli online toglie un pò della magia della spedizione in libreria. Ma per leggere qualcosa di nuovo si fa questo ed altro, figuriamoci.

E venerdì inizia Un'Altra Galassia e nel programma io sono stata incuriosita dalle sedute spiritiche letterarie. Poi vi faccio sapere come è! 

Commenti

  1. Ciao Ramona, tanto grazie.
    Purtroppo quella della distribuzione è una grande pecca che taglia la gambe a molti piccoli editori ma molto dipende anche dalla voglia dei librai di ordinarti il libro.
    Non credere troppo ai dati divulgati dalla stampa. Secondo me li gonfiano. Tolto questo, il salone del libro è sempre una bella esperienza :)

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    1. So bene che i dati possono essere gonfiati, ma in questo caso volevo sottolineare che forse (ma forse, eh) si può ancora cercare di fare qualcosa di positivo. E la mia speranza è rivolta soprattutto al fatto che, se manifestazioni di risalto come il salone del libro et similia, si interessano ai piccoli editori, magari si può iniziare a ragionare in termini di qualità e non di grandezza. Ed è là che, secondo me, gli editori cosiddetti "piccoli" sono davvero grandi (senza generalizzare, ovviamente!). ;)

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