I blogger radical chic. Ovvero quello snobismo sui libri, sulla lettura e sugli altri blogger

Gli intellettuali sono come la mafia. Si uccidono solo tra loro. Woody Allen

No, non mi dite che Allen è scontato come inizio, soprattutto perché ha detto esattamente quello che sto constatando in giro per il web da un po' di tempo a questa parte.

Si è creata una sorta di cricca che, da sola, ha deciso di erigersi sul podio più alto e di sputare in testa a tutti quelli che sono sotto. Il bello è che solo loro si considerano ad una altezza tale da poter disprezzare tutti senza esserne toccati.

Sto parlando dei blogger intellettual-radical chic-letterari-snob.
Sono quelli che commentano, concordano, diffondono e condividono solo i post di altri blogger della stessa elitaria categoria. Guai ad uscire dalla cerchia!
Si potrebbe rischiare di essere solo dei comuni mortali che scrivono, che leggono e che vivono cercando quel qualcosa che cercano tutti. E non sia mai!

Così, ultimamente mi è capitato di leggere cose raccapriccianti, come può essere raccapricciante solo la violenza e la cattiveria gratuita e ingiustificata. Che novità, mi direte voi, visto che sul web si trova di tutto.
Ma la cattiveria di chi crede di essere nettamente superiore, per quanto uno se lo possa aspettare - perché a questo mondo tutto è possibile - mi lascia sempre senza parole.

Ebbene, ho letto attacchi di chi scrive - evidentemente con una fortissima frustrazione - contro gli altri che scrivono, adducendo come unica ragione il fatto che "no, il mondo non ha bisogno di altri scrittori come voi potreste essere. Come me sì, ma come voi... nemmeno a parlarne!".
Fortissima la rabbia soprattutto nei confronti degli esordienti che, evidentemente, stanno seduti sulle palle dei suddetti intellettuali.

Si sono sprecati post sui blog - ovviamente condivisi da tutta la cricca e da chi aspira a farne parte -, così come non si contano i commenti a cose postate su Facebook, che fanno male.
Ma non a me o agli esordienti o a chiunque altro scriva. Fanno male proprio all'umanità, credetemi.

Magari una pagina letteraria su Facebook pubblica un aforisma sulla scrittura e subito sotto leggete il classico esemplare di intellettual-snob che dice: "No, ma dobbiamo smetterla di pensare che tutti possano e debbano scrivere. La scrittura è per gli eletti. Il resto si deve rassegnare a morire senza scrivere, pure se lo vuole".

Io sono poco propensa alla tolleranza, quando leggo commenti così. E non perché io scriva capolavori letterari o perché mi piaccia leggere tutta la spazzatura che troviamo in giro, e che alcune volte si poteva davvero evitare, prima di farla arrivare in libreria.

Io divento intollerante perché... chi sei tu che devi dire chi può scrivere e chi no?!
Quale Alessandro Manzoni o Francis Scott Fitzgerald o Bret Easton Ellis si nasconde dietro lo pseudonimo di Pinco Pallino per poter fare morti e feriti nella folla di chi sogna di scrivere il nuovo romanzo italiano?

[Attenzione! Per leggere le seguenti righe in maniera corretta, dovete assumere la voce la documentario.]

Il blogger radical chic vive incollato alla scrivania di qualsiasi città radical chic a cui possiate pensare (da identificarsi, con ogni probabilità, nel nord Italia o in Paesi radical-chic-emergenti del mondo).
Dotato di fortissima frustrazione per le proprie aspirazioni letterarie fallite, si nutre di rabbia nei confronti di quelli per cui scrivere è un'attività ludica e piacevole.
Il blogger radical chic difende solo determinate teorie literary-correct o intellectual-correct o snob-correct.
Questa sua attività lo porta a sviluppare un'enorme quantità di acidità aggressiva e condivisa solo da chi aspira ad altrettanta acidità intellettuale e letteraria.

[Da questo momento in poi potete mettere da parte il tono da documentario.]

Questo per dire cosa?
Per dire che non sempre si deve sputare sul prossimo solo perché è arrivato dove noi non siamo stati capaci.
Per dire che se pure nei confronti di un'arte (la scrittura è arte!) bisogna scatenare una guerra dei poveri, allora siamo davvero rovinati e senza speranza alcuna.

Questo ancora per dire cosa?
Che non so se io mai esordirò come scrittrice, ma in ogni caso vorrei farlo senza dover prendere a capelli nessuno.
E, credetemi, se dovessi esordire e trovarmi di fronte un/a acidissimo/a blogger radical chic... beh, ne verrebbe fuori una nuovissima pettinatura radical chic, per lui/lei!

Peace&Love a tutti! ;-)

Commenti

  1. Ciao Ramona, vengo qui da Kreattiva e incappo in un post che tratta un argomento che mi tocca personalmente. Oltre 2 anni fa, ho aperto il mio blog, spinta dal desiderio di scrivere (in particolare di scrivere un libro, un romanzo, un romanzo sulla mia storia, sulle origini della mia famiglia). Ammiravo alcune "big", sì le "radical-chic" (termine azzeccato!) e timidamente mi approcciavo ai loro blog per prendere ispirazione da loro e per chiedere consigli. Ovviamente, come giustamente scrivi, loro fanno parte di un'èlite per cui "tu non esisti". Non solo: mi è capitato in più occasioni di leggere proprio la frasi che hai menzionato (vedo che la cosa si ripete ciclicamente, no comment..)
    Ed è stato anche per questo motivo che il mio blog ha preso tutt'altra piega (in realtà erano subentrati altri fattori..). (oggi parlo di tutt'altro che della storia di "quel" romanzo - ma, a differenza di ciò che sostenevano costoro, ho trovato cmq una mia dimensione in questo mare immenso che è il web e che può ospitare chiunque).
    Io credo che tu sia molto brava ad esprimerti. In questo post, ho sentito un certo fervore e non ho potuto non lasciarti immediatamente il mio commento a caldo.
    E se non è capacità persuasiva e suggestiva questa?
    Quindi, vai avanti, scrivi, esordisci e, se necessario, prendili tu per i capelli. Regalali una bella pettinata come si deve ;-)
    A proposito, piacere di conoscerti :-)

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  2. Ciao Vaty, piacere mio!
    Il tuo commento mi ha fatto riflettere molto. E ho provato un sincero dispiacere per il tuo cambiamento di rotta, diciamo così, riguardo al tuo blog e al tuo libro.
    Le frecciatine velenose di questi blogger radical-chic non mi hanno toccata personalmente: 1. perché se e quando deciderò di proporre un mio scritto ad un editore, poco mi importerà di loro; 2. perché artisticamente nessuno può dire a qualcun altro cosa deve o non deve fare. Si può dire ciò che piace e ciò che non piace, tecnicamente cosa è corretto e cosa invece va rivisto, ma non si può mai dire che qualcun altro non ha il diritto di scrivere o anche solo di pensare di scrivere; 3. io prima di essere una blogger, sono una giornalista, e prima di essere una giornalista ho studiato le letterature (quella italiana e quelle straniere) e ho letto davvero tantissimo per poter considerare queste correnti sul web per quello che sono. Correnti, appunto, che passeranno. Così come i radical-chic passeranno, ce ne saranno altri, ciclicamente, ma tant'è. Non posso che ringraziarti per la risposta e per gli spunti di riflessione che mi hai dato. Così come ti ringrazio per il consiglio: scrivevo, scrivo e scriverò!
    Con la speranza di avere sempre persone come te a leggermi!
    Con sincera gratitudine, e a presto
    Ramona

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    Risposte
    1. Ciao!
      Mi chiamo Francesca Rossi e sono anche io una blogger e un'autrice esordiente. Sono capitata sul tuo bellissimo blog per caso e concordo pienamente con quanto scrivi.
      Mi sono addirittura permessa di chiederti l'amicizia su Fb (Asia Francesca Rossi) e mi sono subito iscritta tra i lettori fissi.
      Grazie e ... continua sempre a scrivere. I radical chic lasciamoli dove sono :-)

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