Piccole ossessioni: Barbie assassine, omicidi di plastica e scene erotiche tra bambolotti

Mariel Clayton "si mangia" l'idea perfetta e intoccabile della Barbie così come ci hanno insegnato a pensarla.
Io ho una collezione di Barbie degli anni '80 e '90 che i miei mi regalavano ogni volta che esprimevo il desiderio di essere qualcosa da grande. Di conseguenza, ho Barbie dottoressa, Barbie cavallerizza, Barbie diva, Barbie rockstar e Barbie astronauta.

***fosse stato ora, avrei chiesto semplicemente una Barbie con un'occupazione qualsiasi***

Ci ho giocato poco, a dir la verità, perché anche allora la Barbie per me aveva qualcosa di intoccabile. Avevo bisogno di smitizzarla in qualche modo, ma l'ho capito solo quando - nei miei giri infiniti sul web - ho scoperto che Mariel Clayton probabilmente aveva bisogno di fare questa stessa cosa e, essendo un'artista, l'ha declinata alla sua maniera.


Nelle sue foto ci sono Barbie e Ken di tutti i tipi, scomposti nell'atteggiamento e fatti a pezzi nel corpo - quel piccolo corpicino perfetto di plastica! - in situazioni abbastanza dark ma, a parer mio, molto divertenti e, soprattutto, inaspettate.

***poche bambine della mia epoca avrebbero potuto immaginare che nella perfetta casa di Barbie e Ken potessero accadere anche cose, diciamo così, meno perfette***


Fermo restando che io alle mie Barbie non farei mai una cosa del genere, ma vedere l'icona della donna perfetta col marito perfetto nella loro casa perfetta presentata in questa maniera, fa prendere in considerazione altre prospettive. Sia della vita che della creatività, intendo.


Poi, sempre girando come una forsennata per la rete, mi sono imbattuta nelle foto della fotografa israeliana Dina Goldstein che, prima trasforma dei modelli in Barbie e Ken e poi ci fantastica su.

- The Affair. Dina Goldstein, 2012 -
Che poi, diciamoci la verità, quante volte, diventate adulte, abbiamo guardato i capelli perfetti di Ken e quelle labbra lucide e abbiamo pensato che forse Barbie non era esattamente il suo genere di preferenza... Così come, guardando il sorriso fisso della bambola più famosa di tutti i tempi, abbiamo pensato che, se avesse avuto il ciclo o il cesto dei panni sporchi da lavare, altro che sorrisone!

Snowy, Dina Goldstein, 2008.





La Goldstein compie un ulteriore gesto di smitizzazione, andando a sbirciare cosa succede dopo il "...e vissero felici e contenti" delle favole più famose e amate. E non ditemi che non godete almeno un po' - come me - nel vedere che Biancaneve, Cenerentola e Co. alla fine sono donne normali, con le loro delusioni e le loro incombenze quotidiane.


***a volte mi piace staccare la spina della testa e lasciarmi andare alle mie piccole ossessioni visive. La fotografia allo stato più creativo e, perché no, non-sense fa parte di queste ossessioni. Per me osservare l'arte significa trovare esplicato in forma reale quello che molto spesso è reale solo nella mia immaginazione***

Commenti

  1. Bellissimo post, divertente e davvero creativo!! Anche a me piace vedere questi progetti particolari e raccontarli. Pensa che una volta trovai questo set fotografico fatto ai personaggi della disney nella realtà. Quelle immagini farebbero venire traumi a qualsiasi bambino.

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    1. Meno male, allora, che i bambini non le vedono! Diciamo che mi piace immaginare che anche le favole più belle, nella realtà non sarebbero così. Lo so, mi diverto con poco... :P
      P.S.: grazie grazie grazie per avermi letto! E mi raccomando, fammi sapere se ci sono cose che non ti piacciono nel blog! ;-)

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