A galla di Alessandro Toso


In Italia non si può parlare di lavoro, se non si parla di crisi.
Non si può parlare di famiglia, se non si parla di crisi.
In Italia non si può parlare di vita, se non si parla di crisi.

L'unico argomento che non manca mai nei discorsi - istituzionali e da bar - è la crisi che, a ben guardare, ha il permesso di comparire come scusa e come giustificazione dappertutto, annullando di fatto qualsiasi altra cosa.

Come si vive in tempo di crisi?
Ci si tiene a galla, ma, alla fine, non è sicuro che si stia vivendo davvero.
I personaggi del romanzo di Alessandro Toso "A galla", edito da Scrittura & Scritture, galleggiano nel mare immenso della crisi, cercando di tenere a galla loro stessi, le famiglie, la società che li ospita e tutti quelli che stanno attorno.

Renato Pappalardi è il titolare della Technobitum, un'azienda veneta che, nonostante la crisi, resta a galla. Così sembra, almeno. Renato è uno squalo e, sebbene cerchi di nasconderlo dietro alla cortesia e ad un sorriso da venditore nato, si vede, si sente. Lui è sicuro che resterà sempre a galla.
Gianluca Meneghin è il direttore commerciale dell'azienda, nato e cresciuto a Castello d'Arquà dove ha messo su famiglia. È troppo intelligente per non rendersi conto che qualcosa, nel quadro idilliaco dipinto da Pappalardi, non funziona. Non vuole credere che non possa continuare a stare a galla.
Franchino Garritano è un operaio della Technobitum. È forte quanto può essere forte l'onestà e il lavoro che manda avanti la famiglia e la vita. Rimanere a galla è la sua sola possibilità.

"A galla" è un romanzo corale, in quanto tra le sue pagine trovano spazio tutte le voci di una società che cerca di sopravvivere agli imprevisti della crisi.
Pappalardi, Meneghin e Garritano sono le chiavi di una cassaforte che custodisce la sopravvivenza non solo dell'azienda ma di tutte le persone che ci lavorano. Ognuno ha il suo ruolo e ognuno ha la soluzione per sovrastare le onde dell'immenso crollo finanziario che ha investito la nostra nazione e che ha toccato tutti, anche quelle realtà che si illudono di esserne immuni.

Gli uomini di "A galla" cercano di non far affondare la barca ma sono le donne, con qualche colpo al timone, a decidere di non subire passivamente gli eventi: la moglie di Pappalardi, Ginevra, e la figlia, Giulia, mettono il loro zampino affinché gli eventi precipitino; la moglie di Franchino, col suo muto supporto, appoggia ogni decisione di suo marito e lo rende ancora più forte e deciso.

Alessandro Toso firma un romanzo in cui la scrittura detta perfettamente il ritmo delle situazioni descritte, dalla calma noia di Ginevra al frenetico precipitare degli eventi, in un crescendo che conduce al climax da brivido.
Alla fine, al lettore resta una profonda e dolorosa riflessione sui valori della società moderna che, al di là dei cliché, annegano e toccano il fondo senza avere la forza di risalire.

Leggete "A galla" se avete voglia di conoscere il volto stanco che sta dietro le quinte delle notizie di cronaca sulla tanto discussa crisi.
Perché, sarà pure vero che non si può parlare di lavoro in Italia se non si parla di crisi, ma è altrettanto vero che non si può parlare di crisi se non si parla di uomini, donne e famiglie che lottano e soffrono. Per rimanere a galla, sì. A galla.

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