Novembre dorato


L'autunno è arrivato tardi ma poi è esploso in tutti i colori che lo caratterizzano.
Passeggiando con mia figlia nel bosco che abbiamo sotto casa, su sentieri di foglie dorate, mi sono ricordata che quando ero piccola il mio colore preferito era il giallo.
Come erano i miei capelli, come un prendisole che mi aveva cucito mia zia con i bottoncini a forma di matitine gialle, come tutte le cose che sceglievo liberamente. Giallo.
Chissà perché lo avevo dimenticato.

Ho cucinato, per quanto mi fosse possibile, piatti che richiamassero l'autunno: risotti ai funghi (mai buoni come quelli che fa mio marito, ma tant'è), zuppe di zucca, arrosti. Non so perché, ma ogni volta che mi sono trovata a fare la spesa, mi è sembrato di avere sotto il naso l'odore del bosco e l'ho seguito finché non ho saputo di essere nel posto giusto.

Ho letto e ho scritto ma non nella misura che mi è sembrato sufficiente, né dell'una né dell'altra cosa. Sia della lettura che della scrittura, la mia lista dei desideri si allunga spaventosamente, ma forse in questo autunno ho acquisito la consapevolezza che non riuscirò mai a essere in pari.

Io e Giulia siamo state a Napoli per qualche tempo e per quei giorni abbiamo messo in pausa l'autunno per ritrovarci in un angolo dove l'estate non è mai veramente finita. Nonostante le piogge e qualche giorno di nuvole, le temperature alte ci hanno permesso di passeggiare con più facilità. Eppure, nonostante il benessere di quelle giornate, al ritorno in Svizzera ho accolto con piacere il freddo.

Abbiamo iniziato i preparativi per il Natale. Le luci dentro e fuori, la voglia di calore, il desiderio di stringersi addosso l'odore di chi si ama, la ricerca di una bellezza che ogni volta è unica e irripetibile.

Creiamo ricordi, addobbiamo memorie indelebili, accendiamo emozioni che vanno al di là di qualsiasi luogo e stagione.



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