Recensione: Siracusa di Delia Ephron



Quante cose possono succedere se degli sconosciuti vanno in vacanza insieme? Nessuna e molteplici. Cose indimenticabili, nel bene e nel male.
O, almeno, è questo quello che succede al gruppo protagonista di "Siracusa" di Delia Ephron [Fazi].
Uscito l'anno scorso, il romanzo della sorella di Nora Ephron [sceneggiatrice, tra gli altri, di Insonnia d'amore e C'è posta per te, nonché autrice di Affari di cuore] mi ha illuso, ma non deluso.

Mi spiego. A partire dal cognome che per me significa commedia romantica, brillante e frizzante, per arrivare alla splendida copertina dell'edizione italiana, mi ero lasciata accarezzare dall'idea di trovarmi per le mani una storia dall'intrigo un po' torbido ma che virasse decisamente alla commedia.
Invece, mi sono dovuta ricredere.
«Gli avvenimenti di quel giorno sono confusi. O forse li ho rimossi. È passato un anno e alcuni di noi non si parlano più, non quelli che ci potrebbe aspettare... o magari sì. Io, comunque, non me lo sarei aspettato.»
C'è tutto: segreti, mistero, torbide passioni e pensieri equivoci, attrazioni nascoste e palesi flirt, linguaggio brillante e scrittura accattivante. Ma la commedia latita, e non sarebbe potuto essere altrimenti.

Lizzie e Michael sono una coppia di brillanti newyorkesi: lui ha vinto un Pulitzer quando era ragazzo e vive di rendita sulla brillante scrittura del passato, lei è una giornalista che non ha mai sfondato del tutto. Decidono di andare in vacanza a Siracusa con Finn, sua moglie Taylor e la loro figlia di dieci anni, Snow. Durante questa vacanza, succederanno e non succederanno cose che influiranno irrimediabilmente sulla vita di tutti.
«Siracusa. Già destabilizzato, fui ulteriormente confuso dal caos delle sue stradine strette. Un luogo che si era rifiutato di sottomettersi ai suoi conquistatori, le cui vestigia erano ancora visibili, non si sarebbe piegato alla mia volontà.»
In un lungo flashback, sappiamo da subito che tra Lizzie e Finn c'è stato un flirt anni addietro, così come sappiamo subito che Michael non disdegna delle avventure da bar per rinverdire il suo ego.
Capitolo dopo capitolo, conosciamo anche il carattere guascone e scanzonato di Finn e l'algida rigidità di Taylor. Solo verso la fine anche Snow entra nel radar e riusciamo a mettere a posto diversi tasselli in cui la suspense è altissima.

Ogni capitolo ha la voce di un personaggio - tranne Snow - e ho molto apprezzato il fatto che ognuno di loro, fin dalle prime apparizioni, alludesse a qualcosa di terribile avvenuto ma di cui il lettore verrà a conoscenza solo in seguito. In questo modo, il lettore ha la possibilità, a mio parere, di prendere le misure di ogni situazione e di valutare il significato di ogni avvenimento o il modo in cui viene descritto. 
«Capite cosa sto facendo? Sto procrastinando, mentre il mio bisogno di raccontare vacilla. Finché potrò tirarla per le lunghe, non sarà finita.»
Una volta capito che "Siracusa" era tutto tranne quello che mi aspettavo, non c'è stato un solo momento in cui mi sia sentita delusa, non un solo paragrafo superfluo o noioso.
La scrittura di Delia Ephron è un vero toccasana per risvegliare la mente e quell'angolino di arguzia che ogni lettore dovrebbe attivare di fronte alla buona letteratura.




[libro omaggio della casa editrice]

Commenti