Recensione: Cosa resta di Male di Gianmarco Soldi


Che cosa scatena l'attrazione? Qual è la molla di cui ha bisogno l'eros per scatenarsi in tutta la sua potenza? Non esiste una formula matematica, né una ricetta da seguire, fortunatamente e purtroppo.

È per questo che quando Amato, il protagonista di "Cosa resta di Male" di Gianmarco Soldi [Rizzoli], sperimenta il brivido per qualcosa che non sa ancora essere proibito, sente dentro di sé qualcosa che scatta.
È un torrido pomeriggio d'estate, lui è un bambino che gioca a rincorrersi nei prati arsi dal sole della pianura Padana con sua cugina Gioia, di cinque anni. Mentre si nascondono dai genitori nella Due Cavalli della zia, Gioia si denuda un piede dal sandaletto e glielo schiaccia sul viso. Quel momento cambierà la vita di Amato per sempre.
Vergogna, desiderio e paura si mescolano fin da quel momento nel ragazzino, e cresceranno con lui. L'incontro con Malena sarà una svolta che gira dritto in un vicolo buio, dove le ombre si ingrandiscono fino a diventare mostri e l'unica luce è quella dell'amore. Da cercare, comprendere e, infine, conquistare.
«Capii solo più tardi la fobia dei saluti di Malena, la sua convinzione che lasciarsi senza aggiungere altro fosse il modo migliore per non lasciarsi davvero del tutto.»
Gianmarco Soldi, classe 1992, esordisce con questo romanzo dalle tinte fosche che narra una storia che, lui confessa, essere nata nell'arco di una notte: l'eros con sfumature perverse, che è alla base del libro, può essere credibile nelle sue esagerazioni proprio perché non esiste una formula precisa e accettabile per parlare di sesso in tutte le sue declinazioni. 

Scritto in prima persona, il romanzo evoca sentimenti dolorosi e profondi, forse troppo se attribuiti a un bambino (nella prima parte del libro), poi a un ragazzino, fino alla sua piena maturazione: le frasi troppo colte nella loro espressione di una psicologia davvero complicata, diluiscono il loro difetto - cioè di essere pensate e pronunciate da un ragazzo giovanissimo - solo in relazione al fatto che il personaggio di Amato è costruito a tutto tondo in modo da risultare contorto, e quindi dalla sua bocca ci si aspetta che escano espressioni che normalmente un ragazzino di dieci anni, probabilmente, non penserebbe nemmeno.
«Il giorno prima del ponte dell'Immacolata, guardandola allontanarsi verso la sua classe con la consapevolezza che non l'avrei vista per tre giorni consecutivi, mi chiesi come avessi potuto vivere per tutti quegli anni in mancanza del dolore al cuore che ogni suo sguardo mi regalava.»
Amato adulto si lascia andare alla deriva nel sentimento per Malena, assecondato dalla ragazza in perenne fuga dai suoi demoni: è qui che la scrittura di Soldi dispiega il suo vero potenziale, a parere mio, entrando nel pieno della storia e verso la sua evoluzione.
Anche le situazioni di violenza più o meno trattenuta potrebbero essere ritenute paradossali, se non si considerasse il fatto che, il completo dispiegamento delle perversioni umane può portare a vivere al limite di qualsiasi situazione.

La speranza dell'amore, prima, e l'amore concreto poi, forte, quello che afferma se stesso senza bisogno di nutrire demoni e scarnificare cicatrici, è il punto di luce di "Cosa resta di Male": partendo da questo e dalla scrittura senza sforzi che si intuisce in ogni pagina, auguro a Gianmarco Soldi di costruire i suoi prossimi lavori in campo editoriale.
«Non c'è nulla che mi faccia battere il cuore come essere consapevole di quello che stiamo facendo.»


[libro omaggio della casa editrice]

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