Recensione: Parlarne tra amici di Sally Rooney


«In tempi di crisi, dobbiamo tutti continuare a decidere chi amiamo.» 
Frank O'Hara
L'esergo di "Parlarne tra amici" di Sally Rooney [Einaudi] è stato per me l'ulteriore prova che era arrivato il momento di leggere questo libro uscito nel 2018 e che, dalla critica, è stato definito "il caso letterario dell'anno".

La protagonista è Frances, una ragazza di ventun anni dall'intelligenza acuta e, in alcuni casi, scomoda soprattutto per se stessa, che deve gestirla insieme a tutta una serie di insicurezze. Frances scrive poesie e le recita nei locali insieme a Bobbi, la sua migliore amica ed ex amante: Bobbi è lo specchio dentro cui si riflettono tutti i presunti difetti che Frances si riconosce. In confronto a Bobbi, Frances non si sente bella, né intelligente né brillante. 
«A tratti la sensazione era che non fossi in grado di interessarmi alla mia vita, cosa che mi deprimeva.»
In più, la povertà materiale e spirituale della sua famiglia, le scavano un vuoto dentro che nessun libro studiato o poesia scritta riesce a riempire. È nel sensuale circolo vizioso di cultura ed erotismo di Dublino che Frances incontra Nick, attore in crisi e marito di Melissa, amica e promotrice delle poesie sue e di Bobbi.

Due debolezze che si incontrano, quelle di Frances e di Nick, due universi che non hanno nessuna connessione fin quando non collidono e a quel punto è impossibile separarsi.

Sally Rooney esordisce con un libro che guarda la crisi da tutti i punti di vista: con gli occhi di ventenni che non hanno deciso la strada da intraprendere, che non conoscono le proprie potenzialità, le proprie fragilità e si lanciano contro i muri dell'indifferenza senza sapere che ne usciranno a pezzi; dal punto di vista dei trentenni come Nick, Melissa e altri loro amici, che hanno vissuto già quei drammi e sottovalutano il dolore che può causare un silenzio, una parola di troppo, un bacio dato senza sapere perché.
«È strano conoscere qualcuno solo superficialmente, e più tardi scoprire che passa il tempo a osservare le cose. Ti dici, Dio, cos'avrà notato di me?»
Lo stile di Rooney è asciutto, scarno, anche quando si tratta di descrivere la sofferenza non indugia mai in un aggettivo di troppo che possa tradire qualcosa di più di un'osservazione al microscopio di un fenomeno già visto e rivisto. Eppure, l'emozione arriva come un pugno allo stomaco e, a leggere di quei personaggi lasciati soli a se stessi, mi sono ritrovata a piangere inconsolabilmente e, allo stesso tempo, a voler consolare Frances, e anche Nick.

Non c'è una fine, né lieta né tragica, perché l'occhio dell'autrice, che per un periodo aveva deciso di fissarsi ad osservare le vicende di Frances e Nick, di Bobbi e di Melissa, ad un certo punto, cambia oggetto di interesse e noi non possiamo fare altro che immaginare le vite dei personaggi che ancora scorrono così, un giorno dopo l'altro, tra drammi grandi e piccoli.

"Parlarne tra amici" è davvero un libro che segna un'epoca, per l'istantanea che scatta di una generazione - tra ventenni e trentenni - che si lascia vivere, in alcuni casi, perché fare qualunque altra cosa sarebbe troppo doloroso. Ma, nonostante questo, vive, vive con tutto quello che trova e cerca, pur senza saperlo, uno scopo per continuare la ricerca dell'amore, dell'amicizia, dei sogni. Probabilmente non li troveranno, ma è in quella ricerca infruttuosa che risiede ancora e sempre la vita.

«Facciamo che d'ora in poi saremo semplicemente molto felici.»

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