Recensione: Un giorno di gloria per Miss Pettigrew di Winifred Watson

«Non so perché succedano tutte queste cose e non mi interessa: succedono, e tanto mi basta.»
Vi è mai capitato di scoprire un libro di cui non immaginavate l'esistenza e di lasciarvi conquistare dalla sua bellezza inaspettata?

Per puro caso ho acquistato l'ebook di "Un giorno di gloria Miss Pettigrew" di Winifred Watson [Neri Pozza] non so spinta da quale attrazione ed è stata una vera epifania.

Siamo a Londra, nel 1930, e Ginevra Pettigrew ha quarant'anni, è senza lavoro e sta per rimanere anche senza casa. Una mattina, inaspettatamente, l'ufficio collocamento ha ben due lavori che fanno al caso suo, uno come istitutrice e uno come cameriera. Miss Pettigrew si reca prima all'indirizzo che ha bisogno di una tata e viene trascinata in un turbine di eventi non appena la padrona di casa, Delysia LaFosse, apre la porta e la lascia entrare.
«Perché fingere? Quella era vita, dramma, azione. Così viveva l'altra metà della gente.»
Scopre così che quella donna bellissima è una cantante e attrice e ha lasciato un uomo nel suo letto per andare ad aprire la porta. L'uomo è Phil, un impresario che vuole farla diventare la stella della sua prossima produzione a Broadway, ma Delysia chiede a Miss Pettigrew di aiutarla a liberarsi di lui.
In realtà, Phil non è che uno dei tre uomini di cui Miss LaFosse è innamorata: c'è anche il tenebroso e affascinante Nick Cardarelli, canaglia e proprietario del nightclub dove si esibisce tutte le notti, e l'appassionato Michael, appena uscito di prigione dopo aver dato un pugno a un poliziotto in un impeto di esaltazione.
«Che strano» meditò Miss Pettigrew nella sua impotenza, «di uomini come questi si legge nei libri. Li si vede al cinema. Nessuno pensa mai d’incontrarli nella vita reale, eppure, dopotutto, esistono».
Di fronte a tale baraonda, Miss Pettigrew sente nella testa la voce della severissima madre e del padre vicario che le ingiungono di tenersi ben stretti i suoi principi morali, ma pian piano si rende conto che per tutta la vita ha ascoltato quelle voci senza mai vivere veramente. 
«Questa è la vera vita» pensò. «Io non ho mai vissuto prima di adesso.»
In un turbine di improvvisazione e vecchi valori, Miss Pettigrew conquista la fiducia e l'amicizia di Delysia LaFosse e questa prende a cuore la felicità della sua nuova amica, tanto da non voler più sapere perché, appena quella mattina, era andata a bussare alla sua porta.
Tra i nuovi amici presentati da Delysia, spicca Joe Blomfield, un ricco e rude cinquantenne che, partendo dal nulla, ha conquistato tutta Londra con la sua biancheria intima rivoluzionaria. Joe si accompagna a una filiforme e insipida bellezza giovanissima, ma appena mette gli occhi su Ginevra Pettigrew, sa che quella non è una donna come le altre.
«In vent’anni, era la prima volta che qualcuno la voleva per quel che era, e non per la sua misera erudizione; in vent’anni, era la prima volta in cui era davvero se stessa, una donna e non un automa che riceveva un salario.»
Scritto nel 1938, "Miss Pettigrew lives for a day" - titolo originale - è l'unica opera di Winifred Watson ripubblicata per la prima volta nel 2001 dalla Persephone Books e l'unica tradotta in italiano. Nel 2008 è stato tratto un film omonimo dove Ginevra Pettigrew è interpretata dal premio Oscar Frances McDormand e Delysia LaFosse da Amy Adams.

Una scena del film "Miss Pettigrew lives for a day" del 2008.
«D’ora in poi avrebbe accettato tutto quello che arrivava. Di quel giorno, cascatole in grembo di punto in bianco, avrebbe assaporato ogni cosa le si presentasse.»
Lo stile frizzante, divertente e leggero - pur avendo il linguaggio tipico dell'epoca, che non teneva molto conto del politicamente corretto -, rende questo libro un vero gioiellino che si legge in una giornata o due, perché è impossibile staccarsi dalle mirabolanti vicende che Winifred Watson ha immaginato per questa eroina che ha tutte le caratteristiche per essere una comparsa, eppure conquista la scena.
«Campassi cent’anni, un giorno come oggi non me lo dimenticherò mai. E tu mi stai regalando il finale perfetto».
Ho avuto la sensazione di aver finito troppo in fretta "Un giorno di gloria per Miss Pettigrew", perché le atmosfere, i dialoghi, le descrizioni, tutto, hanno iniziato a mancarmi da subito. Ho cercato altri libri dell'autrice ma in italiano non ne esistono. 
Sono stata per lungo tempo a riflettere sul modo in cui parlarvi di questo libro che, per alcune espressioni e modi di intendere la donna, farebbe accapponare la pelle alle più accanite femministe. Ma poi ho deciso di parlarvene nel modo in cui ha conquistato me, perché Ginevra Pettigrew è una donna che lavora, che sbarca il lunario a fatica in un mondo in cui le donne sono considerate oggetti di piacere e, tutt'al più, belle statuine da esibire. 

Miss Pettigrew mi ha conquistata perché pensa alla sostanza delle cose, non guarda all'aspetto - anche quando è molto attraente - e non bada alla sua pur nascosta bellezza. La sua concretezza non spegne i suoi sogni e, per una volta, si concede il lusso di sognare. Che poi i suoi sogni diventino realtà, è solo un caso fortuito regalatele dalla sua buona stella e dall'autrice che, così facendo, ha regalato a noi un romanzo delizioso.
«Se soltanto il Signore fosse stato buono, per una volta, e avesse fatto il miracolo di trattenerla lì e mostrarle anche per un solo giorno come si viveva; così almeno, per il resto delle sue scialbe e monotone giornate, quando le cose si fossero messe male, avrebbe potuto ricordare e soffermarsi su quell’unico giorno perfetto in cui lei, Miss Pettigrew, aveva davvero vissuto.»

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