Recensione: La verità dell'acqua di Francesca Battistella


«Ci sono persone a questo mondo destinate a non pagare mai per il male che hanno fatto. E questa è una cosa che non sopporto.»
Ci sono misteri che, forse, è meglio se restino tali, perché ci sono intere esistenze costruite sul non sapere dove la leggenda si ferma e comincia la verità.

"La verità dell'acqua" di Francesca Battistella [Scrittura & Scritture] è un noir che gira attorno alla consapevolezza che la verità è sempre altrove.
Quando Giuseppe Guidetti, agente immobiliare con un'attività ben avviata sulle sponde del lago d'Orta, riceve il mandato per vendere l'antica Villa Dujardin-d'Entréves, non immagina che dietro all'atmosfera misteriosa e affascinante della villa che ammirava da ragazzo durante i giri in canoa col padre, si nasconda una verità terribile. Da quando è stata acquistata dalla famiglia Serra, imprenditori molto ricchi e conosciuti sul lago, la villa è stata abbandonata del tutto al suo destino di decadimento.

Quasi al di là della sua volontà, Giuseppe si trova davanti agli occhi diversi indizi che, nella sua mente allenata dall'enigmistica, costituiscono i pezzi di un puzzle di cui non desidera altro che scoprire la soluzione.
«Negli anni aveva scoperto che passare un'ora ogni tanto a risolvere, tanto per fare un esempio, un incrocio obbligato particolarmente difficile, gli procurava un profondo senso di pace interiore, manco avesse ristabilito la giustizia universale. In realtà, qualunque cosa costituisse un enigma lo affascinava e lo costringeva, anche suo malgrado, a cercarne la soluzione.»
In un perfetta alternanza tra passato e presente, veniamo a sapere che nel 1987 una coppia di presunti amanti sparì nel nulla: Lucia Gargiulo e suo cognato Corrado Ruga fecero perdere le tracce di sé e nessuno mai è riuscito a capire che fine avessero fatto. Giuseppe ricostruisce la vicenda della bellissima e sfortunata Lucia, della famiglia Ruga e del paese, sempre pronto a puntare il dito contro la diversità di chi non si piega alle regole del branco.

Su tutto, incombe il mistero, le ombre, le voci che sentiamo anche noi mentre ci lasciamo avvolgere dalle descrizioni che Francesca Battistella fa degli ambienti, del paesaggio, del lago con la luce che riverbera sulla superficie sfumata.
«Nella darsena, onde molli e ritmate palpitavano contro la volta scura e le parete scabre. Generavano suoni davvero simili a una voce o a un sussurro come quello che Alice Marchesi sosteneva di aver udito prima di cadere in acqua.»
"La verità dell'acqua" è un romanzo che, con semplicità e molta competenza, racconta una storia d'amore fosco e incontrollabile, di vendetta, di disperazione, con fantasmi che aleggiano e probabilmente aleggeranno per sempre sulle vite dei protagonisti.
«Se chiudeva gli occhi, Riusciva a percepire Walter Serra, Lucia e Corrado aggirarsi nei dintorni. Ombre fra le ombre.»
Dopo aver letto "Il messaggero dell'alba", la scrittura di Francesca Battistella per me è un filo che dipana davanti agli occhi del lettore la trama perfettamente intrecciata a formare un quadro che, una volta svelato, lascia un quieto stupore. Ogni elemento va al suo posto e il lettore sente la soddisfazione come di fronte a un rebus difficile risolto con un colto di genio.

Leggete "La verità dell'acqua" se avete voglia di guardare i nostri paesaggi con occhi che sanno riconoscere un mistero e guardare oltre la bellezza dei davanzali fioriti delle piccole comunità, dove la crudeltà è spesso una spina ben nascosta.

«Nel paese delle bugie la verità è una malattia.» 
Gianni Rodari

[libro omaggio della casa editrice]

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