Recensione: Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi


«L'importante è bere il caffè prima che si raffreddi.»

Una delle domande apparentemente semplici ma che, secondo me, è fonte di profonde riflessioni è: se potessi tornare nel passato, cosa cambieresti?
Tutto, niente, qualcosa qua e là, ogni risposta è valida e ritagliata su misura su chi ascolta la domanda.
Il dubbio sull'utilità di un viaggio nel passato, sorgerebbe qualora andare indietro nel tempo non cambiasse niente nel presente né nel futuro. Che senso avrebbe?

Non ha senso, eppure è il tema centrale di uno dei libri più venduti e letti degli ultimi anni, "Finché il caffè è caldo" di Toshikazu Kawaguchi [Garzanti].
Uscito nel 2020, è uno dei libri che ancora adesso domina le classifiche e che periodicamente compare sui social accompagnato dall'entusiasmo dei lettori, soprattutto in occasione dell'uscita del secondo libro dell'autore, "Basta un caffè per essere felici", a gennaio di quest'anno.

«Quando torni nel passato non puoi cambiare il futuro. Andare nel futuro è un esercizio inutile. Che meraviglia! Adesso capisco perché quell'articolo giudicava insensati i viaggi nel tempo.»

La storia è presto detta: a Tokyo c'è un caffè, un po' defilato e non troppo frequentato, che ha un tavolino e una sedia, chi vi si siede può compiere un viaggio nel tempo fino a un momento prescelto, ma non può cambiare niente nel passato affinché niente nel presente o nel futuro cambi. L'importante è che tutto avvenga nello spazio di tempo prima che il caffè si raffreddi.

Per poter essere ammessi al rituale - perché di questo si tratta - bisogna seguire alcune regole, tanto semplici quanto severe: c'è un solo tavolino che permette di compiere il viaggio del tempo, ma è sempre occupato, per sedersi si deve aspettare che si liberi; non si devono compiere azioni né dare informazioni nel passato che possano cambiare il presente o il futuro (perché non servirebbe a niente); si deve bere il caffè a piccoli sorsi e non lasciare assolutamente che si raffreddi, altrimenti ne deriverebbero terribili conseguenze.

«In fin dei conti, che uno torni nel passato o viaggi nel futuro, il presente non cambia comunque. E allora sorge spontanea la domanda: che senso ha quella sedia?»

Il romanzo è suddiviso in quattro storie collegate tra loro per trama e personaggi: una giovane donna rimpiange di non aver trattenuto il suo innamorato; una moglie avverte con dolore la perdita di ricordi del marito; un'imprenditrice sogna di poter dire alla sorella scomparsa tutte le cose che si è tenuta dentro per anni; una madre vorrebbe fermare il tempo per poter essere una buona madre per la piccola che porta in grembo.
Ogni storia è portatrice di un sentimento doloroso, come può essere qualsiasi emozione che ci tiene legati al passato senza alcuna possibilità di andare avanti, perché nel presente ci manca tutto.

Kawaguchi non si discosta dallo stile di scrittura delicato e gentile tipico di altri autori giapponesi, dedicando particolare attenzione al racconto dei valori e dei gesti che caratterizzano la vita di tutti i giorni nella società orientale.
La narrazione risulta spesso slegata, ma l'atmosfera di tranquillità resta immutata nel corso di tutto il libro: si ha l'impressione di sedersi davvero, in silenzio, a uno dei tavolini e di osservare i protagonisti che agiscono, confabulano, si angosciano per trovare sollievo al proprio tormento interiore.

"Finché il caffè è caldo" è uno di quei feel-good books che, pur non basandosi su una storia potente, catturano l'attenzione del lettore e non l'abbandonano fino alla fine, che giunge in fretta perché il libro si lascia leggere piacevolmente, e lo lasciano con una sensazione di serenità - a tratti inspiegabile, lo ammetto - che riconcilia col mondo.

È il libro perfetto per chi ha voglia di staccare la spina, di immaginare una dolcezza che rifugge un po' in questi tempi tesi e di lasciarsi coinvolgere da storie squisitamente senza tempo, elementi semplici quanto  non scontati e che probabilmente hanno determinato il successo a lungo termine di questo libro.
Da leggere prima che il caffè si raffreddi.

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