Recensione: Per strada è la felicità di Ritanna Armeni



«Il cappottino rosso, il foulard bianco, la coda di cavallo. Anche dopo questi mesi che le avevano cambiato la vita, restava quella che era: una ragazza perbene.»

La storia delle donne è fatta di vite che si intrecciano anche nel corso del tempo, con l'esperienza e l'esempio. "Per strada è la felicità", il nuovo libro di Ritanna Armeni [Ponte alle Grazie] racconta l'intreccio della vita di una ragazza di provincia con una donna del passato le cui vicissitudini infondono coraggio anche nel presente.

Rosa parte dalla provincia per frequentare l'università a Roma: è una brava ragazza, studiosa, figlia di operai, sogna di laurearsi e trovare un lavoro, ma siamo alla vigilia del '68 e la storia ha altri piani.
All'università, durante le manifestazioni e le occupazioni studentesche, Rosa conosce e viene affascinata dalla figura carismatica di Rosa Luxemburg, una donna forte e risoluta che ha segnato la sua epoca, ma che è anche stata un'innamorata appassionata e subordinata al suo uomo.
Rosa indaga nella vita dell'altra Rosa, presa dal desiderio di trovare delle similitudini tra i fermenti della fine dell'800 e la sua epoca rivoluzionaria: la parte storica le fa scoprire il lato personale, favorendo il risveglio e la consapevolezza di sé, per arrivare pian piano a discostarsi dal pensiero della filosofa ed economista polacca per sviluppare la propria personalità sulla base dei propri desideri e aspirazioni.

«Noi li applaudiamo sempre».
«Noi chi?»
«Noi, le ragazze. Loro strillano e noi applaudiamo».
«E poi corriamo al ciclostile».
«Cretine».

La ragazza è sempre più coinvolta nei movimenti politici che serpeggiano all'università e si lega a uno dei leader, trovandosi immischiata - quasi suo malgrado - in una situazione poco chiara, dove i sentimenti diventano debolezze da nascondere. 
È grazie a queste presunte debolezze che scopre la forza delle donne quando si uniscono: il passaparola porta nel suo gruppo di amiche una nuova idea di femminilità, mutuata dai movimenti rivoluzionari americani, e che in un primo momento sembra lontanissima dalla sua vita.
In seguito, Rosa si rende conto che l'affermazione di sé, lo scardinamento dell'idea ipocrita di donna moderna che hanno i suoi compagni, la volontà di affermarsi come essere capace di decidere per sé, sono i valori in cui crede, sono gli obbiettivi da perseguire per essere davvero se stessa.

Ispirata a vicende parzialmente autobiografiche, la storia narrata da Ritanna Armeni è quella di una generazione di donne cresciute staccandosi dai punti fermi della famiglia borghese e patriarcale del passato e gettando le basi per una nuova classe di figure femminili attente ai propri desideri e bisogni.

Grazie all'invito della casa editrice, ho avuto la possibilità di partecipare a un incontro con l'autrice e di porle delle domande, in particolare le ho chiesto come avesse fatto a imbrigliare il ricordo e quindi la parte autobiografica per dare spazio ai personaggi:

«Ho dovuto controllare strettamente il ricordo perché sarebbe stato troppo facile lasciarsi andare all'autobiografia, trasformando tutta la storia in un diario di gioventù - ha raccontato Armeni -. Ho mescolato il mio vissuto alla storia, la scoperta del femminismo come avviene in Rosa, ad esempio, mi appartiene, perché a me é successo esattamente così.»

"Per strada è la felicità" è un romanzo appassionato e disilluso, è la presa di coscienza di una donna, è il riconoscimento di valori nuovi e di sentimenti dolorosi per una ragazza semplice, desiderosa di vivere e di andare nel mondo arricchendo la sua vita interiore.
Mi ha molto affascinato il modo di pensare rivoluzionario, il fervore che bruciava in quegli animi giovani, eccitati dall'ignoto e desiderosi di cambiare tutto.

Con il suo stile particolare, Armeni racconta l'ipocrisia sottesa a certe figure maschili, usando un'ironia sottilissima che ci permette di sentire la stessa avversione che provano i personaggi ed è forse questo il pregio maggiore del libro: la risonanza e la vicinanza che ispira verso vicende occorse più di cinquant'anni fa e che, così, riconosciamo come parte della storia di ognuno di noi.

«La felicità non è grande, ingombrante, misteriosa. Non arriva all'improvviso come un raggio di sole che ti avvolge e ti scalda. È fatta di giornate laboriose, di senso di sé, di incontri, di affetti, di libertà. Lei l'aveva trovata per strada nei giorni in cui aveva deciso di cambiare il mondo, e l'aveva riconosciuta. Ne avrebbe voluta ancora. Avrebbe voluto essere lieta, schietta serena, capace di affermare le verità più scomode, di lottare per la rivoluzione e per l'amore.»


[libro omaggio della casa editrice]

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