Post-letter di maggio

 


«Nello stupendo maggio, quando esplodevano tutte le gemme, proprio allora nel mio cuore è spuntato l'amore.»
Heinrich Heine

Maggio è diventato, per me, il mese dell'amore.
Da quattro anni, dal primo al ventinove del mese, rivivo l'attesa di quando, col pancione, non riuscivo a vedermi nemmeno i piedi e non sapevo che faccia avrebbe avuto quell'esserino che si divertiva a prendere a calci i miei organi interni.
Maggio è il mese che mi ha cambiato per sempre la vita, infondendole una luce che non avrei mai immaginato di riuscire a vedere a occhio nudo.

Ogni anno, in questo periodo, vivo diversamente l'esplosione della primavera e l'arrivo imminente del caldo e, a ben pensarci, sto aspettando di capire come la prenderò stavolta.
Se l'anno scorso sentivo un lievissimo sollievo perché si iniziava ad allentare il confinamento, quest'anno la speranza si concentra sul vaccino e sulla prospettiva di un probabile viaggio in Italia dopo quasi due anni. A dirvi la verità, credo che sia piuttosto l'effetto delle belle giornate, ma non voglio rinunciare a pensare positivo.

Complice "quello spirto guerrier c'entro mi rugge" di cui sopra, ho trascorso le giornate passando da un libro all'altro, con letture piacevolissime che, in alcuni casi, mi hanno fornito la possibilità di riflettere.
So già che quello che sto per dire invertirà immediatamente la fortuna, ma voglio confidarvelo lo stesso: sono molto sorpresa dal piacere che sto ricavando nello scegliere libri che, in un modo o in un altro, mi stanno dando tanto.
Ognuno bello a suo modo, questi libri mi affidano le loro storie, mi raccontano le vite dei loro personaggi e, in alcuni casi, ancora adesso mi scopro a pensarci.


Andiamo ai titoli.
Anche questo mese ho avuto il piacere di leggere un libro in anteprima e di parlarne con l'autore: "Per strada è la felicità" è il titolo del nuovo libro di Ritanna Armeni e, parlarne con lei in un incontro coi blogger, mi ha permesso di scoprirne ulteriori aspetti che lo accomunano o lo differenziano dalla biografia dell'autrice.
Un altro libro che mi ha aperto una finestra sulla vita dell'autore è "Campo di battaglia" di Jérôme Colin: un padre alle prese con un figlio adolescente, non so se devo aggiungere altro.
Per la festa della mamma, ho pensato di guardare il tutto da un punto di vista diverso e "La non mamma" di Susanna Tartaro mi ha regalato diverse riflessioni.
La scrittura di Dorothy Whipple in "Un lontano rumore di passi" mi ha trasportata nell'Inghilterra del secondo dopoguerra, raccontandomi la storia di questa famiglia perfetta che non sa di esserlo fin quando, poi, è troppo tardi e non lo è più.

I gruppi di lettura, per me, sono un'occasione per leggere libri che da sola forse non leggerei, magari li ho anche adocchiati da un po' ma resterebbero lì per chissà quanto tempo. E invece, i gruppi di lettura mi stanano, mi ricordano che i libri che voglio leggere sono proprio lì che mi aspettano.
Così, con il #MiticheGDL ho rispolverato "Il silenzio delle ragazze" di Pat Barker, una riscrittura della guerra di Troia dal punto di vista di Briseide e mi sono lasciata coinvolgere talmente nella lettura da finirlo in pochi giorni, per buona pace delle tappe fissate col gruppo.

Dal mito antico alla mitologia moderna degli emigrati, di quelli che perdono la patria (anche) per cercare un po' se stessi: "Spatriati" di Mario Desiati è stato un viaggio doloroso con lo zaino in spalla quasi vuoto ma con l'animo pieno di cicatrici.
Per lenire un po' i graffi, poi, mi sono coccolata con "Le balene non mangiano da sole" di Rosario Pellecchia, una storia dolcissima di speranza che aggiungo senza dubbi in quella lista di libri che fanno stare bene (i cosiddetti "feelgood books").

Leggere è un dolcissimo piacere che mi pervade soprattutto in questo periodo.
Ci saranno momenti stanchi, lo so, ma adesso mi godo tutto il bello di avere una scelta infinita di libri che mi aspetta.

Ci vediamo presto!
Buona lettura!

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