Recensione: L'equazione del cuore di Maurizio de Giovanni


«Perché noi siamo profondamente connessi, e rigorosamente interdipendenti.»

I numeri e i sentimenti non hanno nessun collegamento, pensano i più, e sarebbe facile dar loro ragione.
Basta, però, che a uno scrittore molto sensibile passi sotto gli occhi una certa equazione e chissà che improvvisamente quei collegamenti saltino fuori, che siano, anzi, talmente lampanti da sorprendersi che nessuno ci abbia mai pensato.

Maurizio de Giovanni fa ruotare tutta la storia di "L'equazione del cuore" [Mondadori] attorno all'equazione di Dirac che, per grandi linee dice che «se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma diventano un unico sistema». Va bene, ora rileggete il corsivo e ditemi se già di per sé non è qualcosa di poetico.

Rappresentazione grafica dell'equazione di Dirac.

Massimo De Gaudio [MDG come l'autore, a ben guardare] è un ex professore di matematica in pensione: alle persone ha sempre preferito i numeri con il loro ordine e la loro logica, tranne quando si è trovato a dover scegliere tra la vita accademica e quella con la moglie Maddalena, lì non ha avuto dubbi (o non ha avuto scelta). Ha una sola figlia, Cristina, che vive al nord con suo marito e suo figlio e, da quando Maddalena è morta, la vede poco e la sente solo lo stretto necessario, tranne per l'estate, quando torna sull'isola con il figlio Francesco.
Una telefonata spezza tutte le cose rimandate: Cristina e Luca sono morti in un incidente stradale e il piccolo Checco versa in condizioni gravi. Massimo è costretto ad andare nella profonda provincia settentrionale, dove Luca dirigeva l'impero finanziario familiare, e prendere visione di una realtà che fino a quel momento aveva volontariamente cercato di ignorare, una realtà fatta non solo di aziende la cui portata non aveva mai immaginato, ma anche di sentimenti su cui non aveva mai veramente indagato.

«Per tutta la vita si era schierato contro l'irrazionalità delle emozioni e l'inopportunità dell'immaginazione, lottando strenuamente per la concretezza e la logica.»

Contrariamente all'abitudine, che associa la produzione di Maurizio de Giovanni al giallo, "L'equazione del cuore" è un romanzo che non rientra in nessuna categoria, se non quella della buona narrativa che sovverte le coordinate di un autore.
Perché anche qui c'è qualcosa da scoprire e sono le vite fino ad allora ignorate, c'è un mistero e sono i sentimenti e le ragioni di certi gesti, c'è un'indagine senza delitto e senza assassino che vuole solo scoprire un modo per andare avanti nel tumulto del silenzio e del vuoto.

«Perché se fai un passo indietro, e guardi le cose con equilibrio e senza pregiudizi, è tutta questione di matematica. Sempre.»

Confesso, mi sono trovata per le mani una storia che, fin dalle prime pagine, mi ha commosso, come un lento scavare in un dolore che non sapevo di avere. Ho sofferto per il piccolo Francesco, ma anche per la chiusura di Massimo che sfiora l'indifferenza e per tutte le cose da cui dovrebbe essere toccato e invece si allontana.
Il personaggio di Massimo non è semplice da comprendere e, a tutta prima, non ispira empatia: è un misantropo che riduce la realtà a calcoli e cifre, è interessato solo alla tranquillità della sua isola e sembra avere rimpianti solo per le cose che non ha fatto lui stesso, senza considerare che le sue scelte hanno avuto conseguenze anche sugli altri.
Di fronte alla granitica immobilità dei suoi sentimenti, ho contrapposto una commozione sincera, lacerante, che si è placata man mano che un cambiamento ha visto la luce [sì, certi personaggi, certi autori, mi cambiano l'umore, che vi posso dire?].

«Pensano tutti che un matematico cerchi la regolarità, e invece è proprio il contrario. Un matematico guarda le cose senza pregiudizi, e conta. Solo questo: conta.»

Quando anche io ho iniziato a guardare al protagonista della storia senza pregiudizi - padre poco affezionato, nonno poco interessato al nipote -, ho fatto pace con un romanzo che è complesso e, allo stesso tempo, si fa forte di una semplicità disarmante.
Nessuno è più lo stesso (o sé stesso) dopo essere stato in stretto contatto con qualcun altro, soprattutto se entrano in gioco i sentimenti.

"L'equazione del cuore" è una storia d'amore, molto semplicemente, e Maurizio de Giovanni ha sempre dato prova di saper accarezzare la parte più intima dell'animo del suo lettore, indipendentemente dalla storia che vuole raccontarci.

«Posso solo stare qui, facendo penzolare l'amo con l'esca della vita attaccata.
Sperando che tu, pesciolino Checco, prima o poi abbocchi.»

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