Recensione: Persone normali di Sally Rooney

«Marianne non è più né ammirata né vituperata. La gente si è dimenticata di lei. Adesso è una persona normale.»

Se non avete mai sentito parlare di "Persone normali" di Sally Rooney [Einaudi], probabilmente vivete su un'isola deserta (e beati voi per la location, aggiungerei!).
Altrimenti, non si spiega come abbiate fatto a evitare di incappare in un romanzo che, da quando è uscito in inglese nel 2018 (in Italia è arrivato l'anno dopo), è comparso un po' dappertutto e ne è stata tratta anche una serie tv di successo (gli attori che interpretano Connell e Marianne sono identici a come li avevo immaginati leggendo il libro).

Forse più che per "Parlarne tra amici" - il suo esordio -, la critica ha salutato il talento di Sally Rooney nel raccontare l'indeterminatezza dei sentimenti e dei non-rapporti del nuovo millennio.

«Marianne ha avuto la sensazione che la vita vera stesse accadendo da qualche parte molto lontano da lì, che stesse accadendo senza di lei, e non sapeva se avrebbe mai scoperto dove e se sarebbe mai riuscita a farne parte.»

La storia è semplice, come quasi tutte le storie di successo: Marianne e Connell vivono in un paesino irlandese e vanno alla stessa scuola ma non potrebbero essere più distanti.
Marianne proviene da una famiglia agiata, colta, carente di sentimenti e dimostrazioni, mentre Connell vive con la madre che lo ama, glielo dimostra e fa di tutto affinché quel figlio possa uscire dal disagio dei pochi soldi e della condizione sociale bassa. Come Connell è ricercato e amato a scuola, Marianne è evitata e additata per la sua stranezza (mangia da sola e legge Proust a tavola).
I due universi collidono perché la madre di Connell lavora come domestica a casa di Marianne e spesso il ragazzo passa a prenderla e così inizia a guardare diversamente quello scricciolo che definire donna è un'esagerazione. La relazione tra i due è il segreto che entrambi tengono a mantenere, nonostante insieme si sentano meglio e si sentano migliori, escano dal loro personale purgatorio di inadeguatezza,
Segretamente affiancati, si nutrono l'uno della linfa vitale dell'altro, crescendo e cambiando senza mai allontanarsi troppo. Quella linfa in alcuni momenti diventerà acido che strappa la pelle e lascia cicatrici profonde, ma anche quello serve per andare sempre più vicini a quello che vogliono essere.


«Si sono fatti del bene. Davvero, pensa, davvero. Le persone possono veramente cambiarsi a vicenda.»

Connell e Marianne giocano su due piani diversi. Marianne vuole dimostrare, toccare il potere scaturito dalla sua sessualità/sensualità, mentre Connell deve dimostrare di essere intelligente, di uscire dalle sue origini umili. Connell, per salire di livello sociale, deve dimostrare di averne le capacità, mentre Marianne vuole trasgredire il suo essere borghese con una sensualità prima silente e poi esplosiva, quasi difficile da controllare (come gli sguardi degli uomini su di lei, i loro commenti sconci).

Il loro rapporto fa fiorire entrambi nelle rispettive mancanze, il reciproco desiderio alimenta la loro autostima: Connell accende Marianne e lei, il suo interesse di brava ragazza borghese e colta, conferma l'ambizione intellettuale di un ragazzo che vuole essere considerato qualcosa di più di un corpo atletico.

«Marianne si chiede come sarebbe sentircisi a casa, camminare per strada salutando la gente e sorridendo. Avere la sensazione che la vita stia accadendo lì, in quel luogo, e non da qualche altra parte lontano.»

Amata, odiata, criticata, sicuramente Sally Rooney segna una tacca sulla scena letteraria di questi anni, con un modo di narrare che mette a nudo crudamente sentimenti scomodi e scorretti, senza paura di accendere un riflettore sui pregiudizi sociali sempre taciuti e sempre presenti (nelle scuole e fuori).

Ho atteso molto prima di dedicarmi a questi due libri, poi l'anno scorso, in due giorni, ho letto prima "Parlarne tra amici" e poi "Persone normali" e, a distanza di un anno, ho ancora ben presente lo struggimento che mi hanno trasmesso i conflitti tra Connell e Marianne, il loro dolore che mi ha commosso, quel sentire la carne che si strappa nella separazione, tutto.

A breve - il prossimo 8 marzo - uscirà il terzo libro di Rooney, "Beautiful world, where are you", portato in Italia da Einaudi col titolo "Dove sei, mondo bello" e, visto il successo che ha avuto nella sua versione inglese (con scene di isteria alla ricerca del manoscritto originale), si prospetta una eco altrettanto forte.

Lo leggerò, non posso evitarlo, ma vi capisco se la sovraesposizione di quest'autrice e dei suoi libri vi causa scetticismo.
Fossi in voi, però, darei una possibilità a quella che potrebbe essere considerata una pietra miliare della letteratura del nuovo millennio, con il suo desiderio di raccontare persone normali. Come noi, del resto.

«Voleva solo essere normale, nascondere quei lati di sé che trovava vergognosi o ambigui. Era stata Marianne a mostrargli che altre cose erano possibili. La vita da allora era stata diversa; forse non aveva mai capito fino a che punto.»

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