Post-letter di maggio


«Il giardino era fiorito, tutte le porte erano aperte sul cielo azzurro di maggio.»
Anna Maria Ortese

Niente è più bello dell'odore della primavera, esplosa finalmente nell'aria. Lo sentite?
Dopo le traversie del mese scorso, non mi è sembrato vero di potermi sistemare in terrazzo per la colazione fuori: mi piace il silenzio rotto appena dal cinguettio dei passerotti e dai richiami chioccolanti delle gazze ladre che si rincorrono sui tetti, mi piace osservare gli altri balconi che si animano dello stesso buongiorno, è come fare colazione tutti insieme.

Mi ero ripromessa di tornare in biblioteca e c'è stata una coincidenza incredibile.
Nel 2014, quando mi sono trasferita qui, a causa di qualche lentezza burocratica, ho aspettato per diverso tempo che mi fosse ufficializzato il permesso di soggiorno, senza il quale non potevo iscrivermi da nessuna parte. Qualora ci fossero stati dubbi sulle mie priorità, il fatto di non potermi iscrivere in biblioteca per me era un vero e proprio sopruso: non posso avere l'abbonamento dell'autobus, ok, non posso cercare lavoro né fare corsi di aggiornamento, è giusto, ma nemmeno leggere?! Momenti di crisi nera, immaginerete.
Niente suspense in questo racconto: sapete già che la prima cosa che ho fatto col permesso di soggiorno ancora caldo di stampante è stata fare la tessera della biblioteca.

Quando ho deciso di tornare in biblioteca (con la tessera scaduta)? Esatto, amici miei. Quando il mio permesso di soggiorno doveva essere rinnovato. A ben guardare, i libri che leggo mi anche servono a creare queste situazioni paradossali.
Stavolta, però, sono andata lì a cuor leggero: quasi dieci anni di pratica - della biblioteca e della lingua - mi hanno permesso di avere accesso a tutta la riserva biblioteconomica della Biblioteca Cantonale Universitaria di Losanna. A volte vedi le soddisfazioni!

L'entrata di Palais de Rumine, sede della biblioteca.

Mi sono ricordata il motivo per cui, a un certo punto, non avevo più preso i libri lì: odio le etichette attaccate esattamente al centro delle copertine dei libri. Ma perché?!
Per una che, oltre a leggere i libri, li fotografa, quell'etichetta è un violentissimo pugno in un occhio, ma che si può fare? La biblioteconomia conosce ragioni che il bookstagram ignora.

Chi mi segue da qualche tempo, sa che maggio è un mese particolarmente felice per me: cinque anni fa sono diventata mamma e ogni anno è sempre una festa che dura diversi giorni. Quest'anno abbiamo approfittato anche del ponte dell'Ascensione per festeggiamenti estesi, quasi una festa nazionale (e giustamente!).


Non so più da quanto tempo avevo in lista su Netflix la serie "The Ranch", forse non so nemmeno perché l'avessi aggiunta, ma all'improvviso ho iniziato a guardarla: amore incondizionato!
Ottanta episodi per quattro stagioni andate in onda da 2016 al 2020, "The Ranch" racconta la storia di Colt Bennet (Ashton Kutcher), giocatore di football professionista che, non trovando un nuovo ingaggio, torna al ranch di famiglia, in Colorado, e trova il padre Beau (Sam Elliott) e il fratello Rooster (Danny Masterson) non proprio ben disposti nei suoi confronti. Felici del suo ritorno sono la madre Maggie (Debra Winger) e l'ex fidanzata del liceo Abby (Elisha Cuthbert), tutto attorno la cittadina (immaginaria) di Garrison che lo considera ancora una piccola star.

L'ambientazione western, i modi rudi di praticamente tutti tranne Colt, le battute politicamente scorrettissime, sono stati un mix a cui non ho saputo resistere e ci ho messo meno tempo di quanto avrei voluto per arrivare al finale dove, inutile sottolinearlo, ho pianto.


Ero rimasta praticamente la sola a non aver visto "Fleabag", così ho rimediato e sono stata presa nella rete di sensi di colpa, dolore, sesso ovunque e comunque, bizzarre dinamiche familiari, umorismo nero e irresistibili ammiccamenti che sfondano la quarta parete che, dopo i primi minuti, diventano un commento - con o senza parole - alle diverse scene. Mi è dispiaciuto che ce ne siano (per ora?) solo due stagioni.

E i libri?

Oltre ad aver scelto belle letture, sono riuscita anche a terminare tutte quelle che avevo previsto e questo, da lettrice ossessionata dalle liste di lettura, è stata una bella soddisfazione.
Continua la mia conquista del pianeta Rocco Schiavone con "Era di maggio" e so già che il prossimo capitolo sarà il più doloroso.
Lorenzo Marone è uscito con un nuovo libro, bellissimo, "Le madri non dormono mai": fatevi il regalo di leggerlo, statemi a sentire.
È appena arrivato in libreria anche "Anatomia di un fine settimana", esordio narrativo di Natasha Brown, una voce da tenere d'occhio per la visione cinica e multiculturale che offre della società inglese.
Louise Penny mi ha sempre incuriosita, ma finora non avevo ancora fatto la conoscenza di Armand Gamache, ispettore capo della Sûreté du Québec. La pubblicazione della prima indagine col titolo "Natura morta" mi ha spinta a iniziare ed è stata una presentazione che ho gradito tantissimo.

Giuse Alemanno ci porta per l'ultima volta a spasso con i sanguinari cugini Sarmenta, protagonisti di "Nero finale", capitolo conclusivo della trilogia. Io, che abitualmente rifuggo da tali letture, sono stata presa in ostaggio fin dal primo libro (ve ne ho parlato qui e qui). 
Ho letto anche "Nonostante tutte" esordio di Filippo Maria Battaglia e pubblicazione inaugurale di una nuova collana Einaudi, Unici: scrittura sperimentale ma molto coinvolgente, merita che ve ne parli in maniera più approfondita.
Ho chiuso le letture di maggio con un libro che non posso che definire come un abbraccio: "La libreria sulla collina" di Alba Donati è il racconto di sei mesi alla libreria/cottage letterario "Libreria Sopra la Penna", a Lucignana. Da leggere.

Per una volta, il mio resoconto di giorni appena trascorsi arriva sulla soglia del mese che inizia e mi sembra propiziatorio per i prossimi trenta giorni.

Che siano pieni di giornate serene, accompagnati da bei libri e bei film/serie, e che la noia, quando pure arriverà, sia una compagna indulgente.

Questo vi auguro: prendetevi cura non solo di voi, ma anche della vostra noia.

Ci leggiamo presto.
Buona lettura!


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