Recensione: La libreria sulla collina di Alba Donati


«Perché hai aperto una libreria in un paesino sconosciuto?
Perché avevo voglia di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna pensare ai più piccoli, perché mi sono salvata.»

Vivere tra i libri e per i libri sembra un sogno, eppure c'è chi ha deciso di rivoluzionare tutta la sua vita per renderlo realtà. È questo - e molto altro - che viene fuori dalla lettura di "La libreria sulla collina" di Alba Donati [Einaudi].
L'autrice è la fondatrice della Libreria Sopra la Penna, una particolarissima combinazione di libri, tè, circolo letterario e ritrovo di anime affini, che sorge in un cottage sulle colline di Lucignana, un piccolo borgo di 180 abitanti, nella Garfagnana, dove Alba Donati è nata ed è tornata a vivere per rendere reale il suo sogno e offrirlo a lettori e visitatori.

«La libreria era dappertutto, prima ancora di nascere. Aveva già iniziato a fare incantesimi quando ancora era un poggio scosceso con qualche cespo di insalata, due pali arrugginiti e un filo per stendere i panni.»

Un sogno resta un sogno se non rientra nei parametri della realtà, nella fattispecie i parametri economici. Così, la Libreria Sopra la Penna diventa una pietra di paragone anche in questo senso, in quanto nasce dal crowdfunding, una raccolta di fondi che Donati lancia quando si rende conto di non aver abbastanza risorse per trasformare il poggio sotto casa, dove sua mamma piantava insalate e metteva ad asciugare  i panni, in qualcosa di più simile alle tante foto di librerie e giardini che ha la passione di conservare.

La risposta è immediata e sorprendente: arrivano i soldi e anche l'aiuto dei volontari del paese, ma il destino un po' infame è dietro l'angolo con un incendio che, a pochi mesi dall'apertura, distrugge buona parte dell'opera. È quello il momento in cui la magia della Libreria Sopra la Penna si manifesta: arrivano i volontari e altre persone a dare una mano, con qualsiasi mezzo a disposizione, per ridare forma a quel sogno che è stato abbracciato un po' da tutti e, grazie al diario di Donati, diventa anche del lettore.

Ogni pagina è intrisa di speranza, di aspettative per il futuro, della volontà di trovare una soluzione o di aspettare che questa si manifesti in qualche modo: anche nei momenti difficilissimi dovuti alle chiusure della pandemia, la libreria col suo giardino da favola diventa un rifugio.

«Una cosa che ho notato da libraria è che il culto autoriale non è così diffuso. Non sono tante le persone che aspettano il nuovo libro di Paul Auster o di Zadie Smith, mentre invece sono tante le persone che hanno letto libri indimenticabili di cui non ricordano l'autore o l'autrice. Cercano storie, non importa chi le abbia scritte, servono storie per distrarsi, per immedesimarsi, per farsi portare altrove.»

Donati, tra le altre cose, è una poetessa, ha familiarità con le parole che vengono dall'anima e lì vanno a conficcarsi e, in questo diario che racconta sei mesi della libreria e della vita che vi si affastella attorno, riesce davvero a farci intravedere quell'atmosfera che, sono sicura, pervade la libreria fin da quando si entra in giardino.

"La libreria sulla collina" è un libro dolcissimo e potente, perché all'interno c'è tantissima vita, quella dei libri e quella delle persone che li amano.
Imparerete a conoscere la famiglia di Alba, i nipoti coi figli, le volontarie e le loro famiglie, bambini che nascono, anziani portatori di storie, lettori e lettrici con le loro passioni e richieste, sorriderete per i piccoli caroselli e vi commuoverete - io, almeno, l'ho fatto, tanto - per la grandezza del ciclo della vita e per la salvezza che, sempre, sono i libri.

Questo libro vi porterà a sedervi su una delle Adirondack del giardino, accarezzando la copertina di un libro e sorseggiando un'ottima tazza di tè, mentre Alba Donati vi racconterà qualcosa che a parole non si può descrivere.
Ecco, dopo aver letto "La libreria sulla collina" mi sembra davvero di essere stata lì, compresa la sensazione di nostalgia, arrivata all'ultima pagina.

[Per guarire, adesso, sogno di andarci davvero.]

«Al giardino si accede da un cancello verde salvia, si scende un gradino e sei in una fiaba. Almeno così narrano i visitatori.»


[libro omaggio della casa editrice]

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