Recensione: Un volo per Sara di Maurizio de Giovanni


«Sono pazzo di Sara. È un ossimoro vivente. Se potessi, tra tutti i miei personaggi, io sceglierei di passare una sera con lei».

Quando un autore ama un suo personaggio, si sente. Lo si legge dai dettagli, ma lo si capisce soprattutto dal tono della sua voce quando ne parla e Maurizio de Giovanni ama Sara Morozzi.
Lo ha ribadito nel corso di un incontro esclusivo coi blogger per presentare il nuovo capitolo della serie dedicata all'ex agente speciale dei servizi segreti, "Un volo per Sara" edito, come il resto della serie da Rizzoli.

Stavolta Sara e la sua squadra si trovano a dover dipanare un mistero tutto italiano che, dalla caduta di un piccolo aereo privato, dai giorni nostri ci riporta indietro di trent'anni, agli anni '90 di Tangentopoli.
Come per le altre indagini, Sara richiede il prezioso aiuto di Viola, la madre di suo nipote, dell'ispettore Davide Pardo, del suo ex collega Andrea Catapano e della sua amica Teresa Pandolfi, ora a capo dell'unità speciale di cui anni prima faceva parte.

«Era una novità degli ultimi mesi, la nostalgia. Un sentimento in qualche modo sconosciuto, doloroso, ma anche dolce e avvolgente, come una vecchia foto che spunta tra le pagine di un libro, o una melodia struggente mandata da una radio. Un'emozione a tradimento, una passione indiscreta che sopraggiunge alle spalle, nel buio, e conficca nella schiena la lama sottile del ricordo.»

Sempre più fuori dall'ombra, Sara Morozzi trasmette al lettore il desiderio di conoscere sempre più dettagli della sua vita presente e, soprattutto, passata. Se poi sia quel naturale interessamento verso le persone per cui proviamo affetto, o semplice voyeurismo, lo sapremo solo pagina dopo pagina, mentre la nostra anti-eroina gioca tutte le sue carte per portare alla luce i segreti più sordidi.

La serie dedicata all'ex agente speciale dei servizi segreti ha, tra le altre, la caratteristica di evolversi non solo attorno al personaggio di Sara che, anzi, è quello più statico: stiamo guardando il nipotino Massimiliano crescere, riprendersi da una malattia che gli è stata quasi fatale; osserviamo i progressi di Pardo per uscire dal suo endemico misantropismo e non farsi sopraffare da Boris, il bovaro del bernese che domina incontrastato a casa sua; abbiamo assistito ad una millimetrica frattura della solitudine che da sempre ha caratterizzato Sara, una crepa nella sua corazza di anonimato anche emozionale, per intravedere così uno spiraglio di attrazione.

«Cercò all'interno della nostalgia il senso di colpa, e lo trovò. Non serviva ripetersi che era stata giovane e piena di ideali, che credeva di essere dalla parte giusta, che al tempo ragionava in termini di buoni e di cattivi. Doveva combattere, e aveva combattuto.»

"Un volo per Sara", oltre all'indagine, ci chiama a gestire le conseguenze di una vita fatta di non detti, di mancate confessioni, di dichiarazioni d'affetto che erano sulla punta delle labbra e poi sono state portate via dal vento. Nessuno è immune dai rimpianti e dai rimorsi per un'esistenza scandita dalla propria fede in qualcosa, che sia un uomo, un'istituzione, o anche solo il denaro.

Maurizio de Giovanni ci ha offerto, fin dal primo capitolo, una serie che è refrattaria ai facili entusiasmi, proprio come il suo personaggio principale, ma che conquista senza scampo a una lettura più attenta. Proprio come a guardare Sara negli occhi, si rimane vittima del suo irresistibile - e inconsapevole - fascino.

«Non avrebbero potuto essere più diverse, a quel tavolino vicino al mare che raccoglieva gli ultimi raggi di sole. Una truccata e in tacchi a spillo, un cappottino dal collo di pelliccia e una cascata di riccioli biondi sulle spalle, che parlava fitta e gesticolava e mangiava pizza a spicchi; una bruna con qualche ciocca grigia, immobile, le mani in grembo, vestiti anonimi e scarpe basse, i piedi allineati al centro delle gambe anteriori della sedia.»


[libro omaggio della casa editrice]

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