Recensione: Il mistero della camera gialla di Gaston Leroux


«Mi sono posto lo stesso problema: un assassinio è stato commesso in una camera ermeticamente chiusa; si apre, tutte le tracce dell'assassino sono là, ma l'assassino è sparito. A dire la verità, Poe e Conan Doyle hanno barato, la [loro] camera non era ermeticamente chiusa.»

La mente vacilla per trovare una soluzione impossibile: un delitto commesso in una camera chiusa, sigillata dall'interno, dove la vittima non ha avuto scampo ma nemmeno l'assassino alcuna via di fuga.
Allora, come è successo?

"Il mistero della camera gialla" di Gaston Leroux è un classico, un giallo che si nutre di tutte le caratteristiche del sempre affascinante e insuperato enigma della camera chiusa.
Pubblicato per la prima volta nel 1907, ritorna in libreria per Ponte alle Grazie in una nuova traduzione di Benedetta Marietti e con la prefazione di Alessandro Robecchi.

Il mistero si sviluppa attorno all'aggressione quasi mortale subita da Mathilde Stangerson all'interno della sua camera da letto, la camera gialla appunto, chiusa a doppia mandata dall'interno e con le finestre sigillate. La signorina Stangerson è l'amata figlia di un noto scienziato, nonché collaboratrice del padre per le più importanti scoperte sulla dissociazione della materia. Mathilde, dopo essersi ritirata per la notte, urla, si sentono rumori e poi più niente. Il padre e un suo collaboratore accorrono e si adoperano per entrare ma devono buttare giù la porta per trovarsi di fronte a una scena orribile: il corpo quasi esanime della donna sul pavimento e sulle pareti tracce di sangue, ma dell'assassino nemmeno l'ombra.
Da subito lo sconcerto è grande, tanto che si pensa che sia stata un'entità sovrannaturale a compiere il delitto, in quanto la finestra e la porta erano ermeticamente inaccessibili e non ci sono altri passaggi segreti nella stanza. Conoscendo gli esperimenti del dottor Stangerson sulla materia, per un attimo anche il lettore è tentato di credere che, forse, magari.

«Tutto quello che vi offrono i sensi non potrebbe essere una prova. Anch'io mi sono chinato sulle tracce sensibili, ma unicamente per domandare loro di entrare nel cerchio che ha disegnato la mia ragione.»

La polizia manda a chiamare il famoso detective Frédéric Larsan, ma il giornalista Joseph Josephine, detto Rouletabille, insieme all'avvocato Sainclair - che è la voce narrante e gli occhi attraverso cui noi vediamo la vicenda - imbastisce un'indagine collaterale che lo porterà a svelare una sorprendente verità.

Così, tra indizi e false credenze, prove vere e false, segreti e misteri, Leroux riesce a tenere il lettore incollato alla pagina, al di là di ogni cliché di genere.
È molto interessante la costruzione del personaggio di Rouletabille, qui presentato per la prima volta e che poi sarà protagonista di altri sette romanzi, diventando uno dei primi personaggi seriali: è giovane, ma dotato di grande intuito e di una buona dose di sfacciataggine, che gli ha permesso di entrare in uno dei giornali più importanti dell'epoca. È audace, osa pensare anche l'impensabile, lancia la sua immaginazione e lascia che sia la logica a rincorrerla. A differenza di altri investigatori letterari, Rouletabille parte con un'idea ben precisa e poi cerca indizi che la confermino: la ragione è il suo segugio che fiuta la verità.

"Il mistero della camera gialla" è un classico insuperato del genere, considerato una pietra miliare da Agatha Christie e sfruttato nella sua struttura ancora oggi dove, ad esempio, è ispirazione anche di Quel che la marea nasconde di Maria Oruña [Ponte alle Grazie].
Per il lettore è una sfida, una costante corsa contro la logica e le evidenze: nessuno resiste dal formulare la sua ipotesi, per quanto possa essere assurda, perché assurda è la struttura del caso, quindi è tutto plausibile.

Intrattenimento puro, per me una goduria da centellinare e, allo stesso tempo, da consumare in fretta, per scoprire non tanto chi è l'assassino, ma come ha fatto a prenderci per il naso per tutto il libro.
Leroux sarà ancora e sempre ispirazione per questo genere di romanzo, ma questo resta il suo capolavoro insuperabile.


[libro omaggio della casa editrice]

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