Post-letter di agosto

 

«Soffrire e piangere significa vivere.»
Fëdor Dostevskij 

Agosto è una cicatrice recente, aperta, dolorosa.

Il mio ritorno dalle vacanze è stato segnato da una perdita incalcolabile: mia zia, una delle due che mi hanno cresciuto, la sorella maggiore di mia mamma, ci ha lasciati.
Ogni pensiero logico perde consistenza di fronte all'ineluttabilità di un dolore che non ha argini.
C'est la vie, è inutile ricordarlo. La vita è anche un dolore come questo.

La spaccatura creata da questo evento ha scombussolato qualsiasi equilibrio tra i programmi e i desideri e ho proceduto un po' a caso, alla ricerca di distrazione e sollievo.

I libri, ancora e sempre, sono stati compagni e balsamo, in qualsiasi momento. 

"Asiatici ricchi da pazzi" di Kevin Kwan mi ha fornito una versione asiatica di Sex and the City, con un pizzico di Gossip Girl ma con più soldi e più tradizioni. Da leggere se cercate la leggerezza.
"Il mistero della camera gialla" di Gaston Leroux mi ha tenuto parecchio impegnata per mettere insieme i pezzi di un caso praticamente impossibile. Un classico brillante, precursore del genere.
Se ho bisogno di una distrazione di qualità, state certi che non può mancare Georgette Heyer, stavolta con "L'erede misterioso". Se Bridgerton si trasferisse in campagna, ma con qualche trovata comica in più.
Le vacanze italiane da cartolina sono in Romagna con Enrico Franceschini e "Un'estate a Borgomarina". Consigliato per i nostalgici e non.
All'inizio dell'estate mi ero ripromessa di leggere un libro che avevo in lista da qualche tempo: "Il libro dell'estate" di Tove Jansson. Non so ancora se mi è piaciuto, ve ne parlerò meglio così magari mi schiarisco le idee.


Una conferma e una bella sorpresa.

La seconda stagione di "Only Murders in the Building" è la conferma che la genialità non passa mai di moda. È una serie talmente bella - ambientazione, sceneggiatura, i personaggi - che vorrei non finisse mai.
Sorprendendo la mia proverbiale fifoneria, ho visto "The Sandman" e mi è piaciuto: non ho letto la serie a fumetti, ma la bellezza di alcune scene - nonostante la cupezza dell'atmosfera e delle storie - mi ha conquistata. Chi conosce il Sandman dei fumetti ha detto che Tom Sturridge è troppo belloccio, ma chi sono io per dire che uno sguardo triste e profondo sia troppo affascinante. Che sia e che ritorni, possibilmente presto.

È tornato "Trying" con la terza stagione e, benché si veda meno Londra, si sente ancora più forte il desiderio di famiglia di Nikki e Jase: ce la faranno? Ce la fa mai qualcuno?
Ho lasciato decantare per qualche settimana la quarta stagione di "Virgin River", ma poi ho dovuto cedere e, al di là di alcuni cedimenti di trama, fa parte sempre di quelle serie che mi rilassano. Ho percepito più spesso il desiderio di mollare uno schiaffo ad alcuni personaggi, ma sono arrivata alla fine e ora è subentrato solo il desiderio di capire se le assurdità di questa stagione saranno corrette o sono ormai deragliate definitivamente.

Attesa e piena di curiosità, "She Hulk" porta l'MCU nella vita reale: un supereroe ha l'assistenza sanitaria? Può inviare il CV per un lavoro "normale"? Come si declinano i diritti delle donne all'arrivo di una nuova supereroina? Quanti pregiudizi deve scardinare un supereroe nell'era post Endgame? Jennifer Walters si trova ad affrontare tutto ciò con una dose di ironia fuori dal comune.

Fin dal trailer, "The Lincoln Lawyer" mi è piaciuto subito e non mi sono sbagliata. L'avvocato Mickey Haller è unico nel suo genere: un avvocato difensore allergico all'ufficio, che ragiona meglio mentre guida la sua Lincoln. Ispirato alla serie di romanzi di Michael Connelly, l'avvocato Haller è geniale e umano, e ha il fascino di Manuel Garcia-Rulfo.

Oggi entra settembre, il mio mese.
Sarà bello, come sempre. 

Ci leggiamo presto.
Buona lettura, sempre!

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