Recensione: Un'estate con la Strega dell'Ovest di Kaho Nashiki

«Per ottenere le cose che per te hanno più valore, quelle che desideri di più, può darsi che tu debba superare le prove più difficili.»

L'estate è la stagione della formazione: sentimentale, intellettuale o personale, durante i mesi di riposo dalla scuola, si addensano i ricordi delle più indimenticabili avventure, quelle che insegnano qualcosa per sempre. Succede la stessa cosa alla protagonista del romanzo "Un'estate con la Strega dell'Ovest" di Kaho Nashiki [Feltrinelli] che raccoglierà insegnamenti e ricordi.

Mai ha tredici anni e non vuole più andare a scuola. La madre percepisce qualcosa di più di un capriccio sotto la superficie adolescenziale e decide di non forzare la mano. Coglie l'occasione per riavvicinare la ragazzina alla nonna che vive nella sua casa di campagna, dove conduce una vita semplice, forse a tratti misteriosa, tanto da essersi guadagnata, negli anni, l'appellativo di Strega dell'Ovest.
Scopriamo che quell'ovest è l'Inghilterra, la nonna infatti è inglese e ha vissuto quasi tutta la sua vita in Giappone per amore. Rimasta vedova, si è ritirata tra le Alpi giapponesi, dove il figlio e la nuora vanno a trovarla, insieme alla nipotina.

«Si ricordò del mese e poco più che aveva trascorso con la nonna due anni prima, proprio nello stesso periodo, un po' prima dell'estate, come se una forza straordinaria la riportasse improvvisamente indietro, come se gli odori delle stanze e del giardino, i giochi di luce, lo sfiorare dell'aria sulla pelle, rivivessero dentro di lei.
Quel mese e poco più in cui la mamma le aveva rivelato, seria in volto, che sì, la nonna era una strega vera, e da allora, quando erano sole aveva cominciato a chiamarla Strega dell'Ovest.»

Forse realmente dotata di poteri magici, forse solo estremamente all'ascolto alle energie della natura, la nonna prende per mano l'esserino impaurito che le viene consegnato e cerca di impartirle i primi rudimenti per diventare strega o forse solo per entrare in contatto con la sua stessa natura.
Con levatacce all'alba, lavori nell'orto, passeggiate nel bosco e pian piano Mai rifiorisce, lascia uscire una creatura luminosa dal bozzolo di pregiudizi e ansie che si portava addosso.

Pubblicato in Giappone nel 1994, "Un'estate con la Strega dell'Ovest" è l'esordio narrativo di Kaho Nashiki che le è valso numerosi premi in patria ed è stato apprezzato in tutto il mondo. L'anno scorso Feltrinelli ha pubblicato anche "Le bugie del mare".

Mi sono decisa a leggerlo dopo averlo visto praticamente dappertutto. Una volta iniziato, l'atmosfera di quiete, pervasa da una scintilla di magia, mi ha conquistata: la letteratura giapponese riesce sempre ad aprimi le porte di un universo immenso e affascinante, dove anche una foglia che cade assume un significato poetico e unico. Anche stavolta sono contenta di essermi imbarcata nel viaggio verso il Sol Levante.

«Poi, tra tanti anni, quando quella ragazza sarà cresciuta e verrà qui, da lontano sopraggiungerà una dolce brezza che passerà attraverso gli alberi scuotendone le cime e le foglie, e le sussurrerà qualcosa all'orecchio. Le parole che, più di tutte, il suo cuore vorrà sentire in quel momento.
E lei le sentirà.»

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