Recensione: La felicità sulla porta di casa di Jason F. Wright


«Nel barattolo non ci sono mai state cifre da capogiro, di quelle che cambiano la vita. Ma trecentosessantacinque giorni all'anno facciamo tintinnare le monetine che abbiamo in tasca o in borsa, e siamo cambiati noi. È un costante omaggio al sacrificio, se così si può dire. Non passa giorno senza che i nostri pensieri vadano ... Al barattolo di Natale.»

Il miracolo di Natale può essere un sorriso, a volte una stretta di mano, altre volte ancora una speranza.
"La felicità sulla porta di casa" di Jason F. Wright [Garzanti] è un piccolo tesoro di speranza e bontà, che risveglia sentimenti assopiti e benevolenza spirituale.

Quando Hope apre la porta di casa, la mattina di Natale, certamente non si aspetta di trovare sul suo zerbino un barattolo pieno di soldi con un enorme fiocco rosso e nessun mittente. La donna che l'ha cresciuta come una madre è appena morta e Hope ha perso la sua felicità, eppure quel gesto le strappa un sorriso.
Hope è una giornalista e mette in campo tutta la sua professionalità per scoprire chi è il misterioso benefattore che le ha fatto quel dono così prezioso. Man mano che le indagini procedono, però, la donna si trova di fronte a una catena inimmaginabile di generosità e solidarietà, che risale sempre più indietro nel tempo, fino all'anno della sua nascita.

«La mia vita era finita. Per la prima volta ho perso la speranza. E poi una bambina si è avvicinata a me.»

Non è difficile credere che "La felicità sulla porta di casa" sia diventato un caso letterario prima negli Stati Uniti - dove è stato pubblicato nel 2005 e ,da allora in poi, anche in diversi spin-off e seguiti - e poi in qualsiasi altra parte del mondo.
La storia di Hope e di tutte le persone legate al barattolo sono concatenate in coincidenze e casualità talmente perfette da risultare credibili.
È quel misto di destino e fede a tenere incollati alle pagine, mentre scopriamo qualcosa sui personaggi e anche su noi stessi.

I buoni sentimenti traspaiono dalle pagine e il lettore viene pervaso da un senso di benessere che dura anche dopo aver terminato la lettura.
Perché, in fondo, libri così raccontano quello che ci piacerebbe illuminare dentro di noi in questo periodo di ricerca e di riflessione: tutto il buono di cui siamo ancora capaci.

«Aveva in mano un barattolo, lo stesso che in questo momento hai in mano tu, solo che c'erano dentro molti più soldi. Mi ha chiesto di prenderlo.»


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