Recensione: Voltare pagina di Ester Viola


«Non esistono libri capaci di salvare la vita ai lettori, ma alcuni ci provano meglio di altri.»

Il lettore appassionato lo sa bene: esistono libri che ti salvano.
Ti salvano dalla noia di una lunga attesa, di un pomeriggio invernale; ti guariscono dai graffi di un rapporto che non va, di un amore finito, di una perdita; ti prendono per mano e ti stanno vicino nella solitudine più nera.

Quello che resta un mistero è se ci sono libri che, come medicine approvate dall'OMS, siano un rimedio  certificato e verificato per tutti.
Ester Viola col suo "Voltare pagina" [Einaudi] individua dieci libri che - meglio di altri (?) - agiscono su determinati malanni sentimentali. Provare per credere.

«Dopo aver letto Alta Fedeltà non ho mai smesso di pensare che i libri servono soprattutto a questo: a guarirmi.»

C'è chi pensa ancora al primo amore, chi non riesce a gestire un narcisista, c'è chi ha deciso di accontentarsi di quello che la vita gli mette davanti e chi è sempre alla ricerca spasmodica della felicità nascosta chissà dove, c'è chi ha un dolore che non passa mai.
Mai scoraggiarsi, pare dirci Ester Viola tra le righe: c'è un libro per ogni problema. Perché, stiamo pur certi che non è una novità, qualcuno l'ha già vissuto e magari ci ha anche costruito una carriera letteraria su, alla faccia del piangersi addosso.

Da Alta Fedeltà a Open, da Anna Karenina a L'amica geniale, con pene matrimoniali risolvibili da Lacci di Domenico Starnone e da Revolutionary Road di Richard Yates, il lettore è deliziato da storie e aneddoti che, in alcuni casi, ci fanno rivalutare le nostre più cupe preoccupazioni.

E non è forse anche "Voltare pagina" un libro che guarisce? Che offre nuove prospettive da cui guardare il nostro dolore?
Sono molto propensa a pensare di sì, perché altrimenti non si spiega il sollievo, il brio e quella frizzantezza - propria solo di alcuni champagne - con cui miracolosamente viene investito anche il lettore mentre, pagina dopo pagina, inizia a sorridere dei guai altrui.

L'ironia che avanza leggera, senza mai diventare tanto pungente da far male, innesca un sorriso che dà dipendenza e le poco meno che 150 pagine sembrano davvero troppo poche per lasciare andare uno stato d'animo così benefico.

"Voltare pagina" è il libro da tenere sempre a portata di mano, perché consiglia letture che possono salvarci quanto meno dal tedio, ma anche perché è esso stesso un prezioso balsamo capace di guarirci da tanta cattiva scrittura.


«La felicità un po' capita, un po' si estrae da pozzi che non tutti conoscono, un po' viene dalla rassegnazione, il resto è un comando a sé stessi.»


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