Recensione: La sorella di Mozart di Rita Charbonnier


«E come sai il mio nome?»
Il fanciullo si fece tutto rosso. «In fin dei conti» balbettò «chi non conosce il tuo nome? Sei la sorella di Mozart...»

Quante donne, con la loro arte, il loro talento, sono diventate polvere nelle pieghe della Storia?
Anche una con un cognome altisonante come Mozart è rimasta impigliata nella rete enorme del successo del fratello e solo la narrativa le ha ridato voce.
"La sorella di Mozart" di Rita Charbonnier [Marcos y Marcos] ci presenta l'altro talento della famiglia Mozart, Maria Anna Walburga Ignatia Mozart, per tutti Nannerl.

Nannerl è la sorella maggiore di Mozart, anche lei bambina prodigio, orecchio assoluto, polistrumentista, compositrice. Per anni i due bambini si sono esibiti insieme sotto la direzione del padre, Leopold Mozart: come Wolfgang, anche Nannerl ha capacità straordinarie che si manifestano precocemente, ma il dispotico genitore le permette di dare concerti solo insieme al fratello, come appoggio, e incoraggia solo quest'ultimo a comporre e a lanciarsi in sperimentazioni musicali. Quando a diciotto anni, mentre il fratello è in tour in Europa col padre, Nannerl è costretta a rimanere a Salisburgo con la madre e a dare lezioni di piano alle giovinette della nobiltà cittadina, per pagargli il viaggio, il talento della giovane Mozart subisce una battuta d'arresto.
Perché continuare a suonare e a comporre se il padre - e con lui il mondo della musica - non le riconoscerà mai la stessa geniale stoffa del fratello?

«Quando faceva musica, la piccola Nannerl non aveva nulla di umano; sembrava ci fosse in lei una divinità primitiva, che aspettava solo di accostarsi a uno strumento per debordare e lasciare stupefatti.»

"La sorella di Mozart" è un romanzo dolce e tenace, come la sua protagonista.
Pagina dopo pagina ascoltiamo la voce di Nannerl nei brani della corrispondenza con il maggiore Armand d'Ippold, con cui ha una breve relazione sentimentale, intervallate dal racconto della storia della giovane donna e del suo amore/odio nei confronti della musica.
Assistiamo infatti al conflitto interiore di Maria Anna Mozart che ha tutte le capacità per esibirsi come e meglio di un uomo, ma sente fortissima la stretta delle imposizioni paterne, si sente schiacciata dall'obbligo di convogliare tutte le risorse alla gloria del geniale fratello e, anche per questo, lascia appassire le sue doti.

Rita Charbonnier ci regala una storia di occasioni mancate e opportunità afferrate con caparbietà, un racconto di indipendenza negata e di libertà di pensiero di una donna che, non lo sapremo mai, avrebbe potuto cambiare le sorti della storia della musica, oltre che della sua stessa vita.

Ho molto apprezzato la voce di Nannerl, attraverso la scrittura di Charbonnier, e mi sono sentita avvolgere da tutta l'atmosfera storica delle corti e dei palazzi dell'epoca. Ho trovato particolarmente brillanti - e divertenti, anche - le scene dei pettegolezzi e di quei sottili meccanismi che la nobiltà europea utilizzava per esaltare o distruggere i propri simili.
Benché occupi solo una parte ridotta del romanzo, la storia d'amore tra Nannerl e il barone Johann Baptist von Berchtold zu Sonnenburg, contraltare all'infatuazione per Armand, possiede una forza straordinaria, capace di infondere una luce calda e rassicurante anche sul volto, fino ad allora emaciato e imbronciato, della giovane Mozart.

"La sorella di Mozart" è emozionante come la rivincita che la letteratura offre, a volte, a certe vite straordinarie.

«Voi non sapete cosa voglia dire aver talento e non poterlo esprimere. Non ne avete idea!»



[ebook omaggio della casa editrice]


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