Recensione: La trama di Elena di Francesca Sensini


«Mi chiamo Elena e sono la regina di Sparta. Avete certamente sentito parlare di me. Sono la donna più bella del mondo.»

Ho mangiato pane ed epica per anni, così come si conviene per una studentessa del liceo classico che ha scelto la scuola proprio perché passava le estati a leggere testi di storie greche e romane.
Se all'epoca fossero esistite tutte le riscritture del mito che sono fiorite negli ultimi anni, avrei saputo sempre cosa leggere (e sarei diventata ancora di più nerd).

"La trama di Elena" di Francesca Sensini [Ponte alle Grazie] si iscrive nella nuova epica che ha la voce alta e squillante delle donne, finalmente protagoniste, dopo che gli aedi le avevano relegate a ruoli subalterni agli eroi.

Elena è stata da sempre considerata la causa della caduta di Troia e della morte di tanti eroi valorosi e, pur non negando di aver avuto un ruolo in tutta la vicenda, la voce di quella che è considerata la donna più bella del mondo ci apre scenari inediti, non presi in considerazione finora, che la rendono più umana e, allo stesso tempo, più divina di quanto Omero ce l'abbia consegnata.

«Girano molte voci sul mio conto. Per alcuni sono la peggiore delle donne, causa di sventure senza numero, altri mi protestano innocente e pura, magnifica preda degli uomini, utile pedina nelle mani degli Olimpi.»

Dal suo concepimento, con la violenza che Zeus compie su Leda sotto le spoglie di cigno, fino alla sua nascita e, insieme ai fratelli gemelli Castore e Polluce e alla sorella Clitemnestra, alla crescita tra le giovinette di Sparta, Elena rifulge di uno splendore interiore che poco ha a che fare con la bellezza esteriore.
"Elena restava per me un cono d'ombra, ho voluto esplorarlo - racconta l'autrice, nel corso di un incontro esclusivo coi blogger -. Sono andata sulle sue tracce e poi l'ho lasciata parlare. Solo così è uscita dal binomio colpevole/innocente con cui l'aveva da sempre investita il racconto epico".

Ho apprezzato molto il modo in cui Francesca Sensini ha sottolineato più volte la sua noncuranza verso l'aspetto fisico e la sua sensibilità nei confronti delle altre donne che, proprio a causa di quell'aspetto, l'hanno sempre mal giudicata. A partire da sua sorella, Clitemnestra, che si contrappone a Elena per l'estrema materialità della sua figura - ombrosa, ancorata al suolo, con capelli scuri che sembrano avere vita propria - e che la guarda con invidia perché, a suo avviso, è la favorita degli dei ed è capace di avere ai suoi piedi qualsiasi uomo. Eppure, nemmeno una volta Clitemnestra coglie lo sguardo di ammirazione di Elena, che la giudica salda, autorevole, l'unica in grado di tenere testa ad Agamennone.

Nel corso della narrazione, Elena avrà spesso uno sguardo che definirei moderno verso le altre donne, alla ricerca di una forza che solo insieme avrebbero potuto avere contro l'egemonia maschile.
"La trama di Elena" è la prova che un mito può avere uno sguardo lungo 3mila anni ed essere giovanissimo e antichissimo insieme.

«La mia vicenda è accaduta una volta e per sempre.»


[libro omaggio della casa editrice]

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