Recensione: Diario di un seduttore di Togawa Masako


«Si faceva portare nei quartieri dove sapeva di trovare donne in attesa. Non prostitute, semplicemente donne sole, affamate d'amore, che lui cercava con perseveranza nei caffè-concerto, nelle sale da ballo, nei cinema.»

I noir di Togawa Masako non lasciano mai il lettore così com'era quando ha iniziato il viaggio nel testo.
Non a caso parlo di viaggio, perché sia "Residenza per signore sole" che "Diario di un seduttore" sono storie immersive, che avvolgono chi legge e lo trasportano in un mondo dove nessun dettaglio è lasciato al caso e tutto diventa funzionale al finale sconvolgente.

Pubblicato per la prima volta nel 1963 e recentemente portato in Italia da Marsilio, "Diario di un seduttore" è tradotto, come l'altro libro, da Antonietta Pastore che, alla fine del testo, accarezza il lettore con un glossario di termini giapponesi che aiutano a entrare in maggiore connessione con la storia e, credetemi, ci riescono in pieno.

«Le trovava senza sforzo. Attraversavano il suo campo visivo come bersagli di latta di un tiro a segno, e a lui bastava premere il grilletto.»

Honda Ichirō appare come un professionista affermato e un marito fedele. Fin dalle prime pagine, però, noi lo conosciamo senza il completo da ufficio e con addosso i panni della sua seconda attività, in cui è anche molto più professionale che nel suo lavoro: Honda Ichirō è un seduttore di donne.
Dismessi i panni di lavoratore instancabile, appena cala il sole, Honda si cambia, indossa dei vestiti che di volta in volta raccontano una vita diversa, e si dirige verso i quartieri dei bar, dove le donne, in gruppo o da sole, si fermano a bere e ad ascoltare musica.

Il territorio di Honda di estende dal tramonto all'alba, quando lascia la sua preda addormentata a letto. Da anni, passa da un corpo all'altro, portandosi dietro profumi e sensazioni, eppure Honda sembra farsi scivolare tutto addosso non appena posa gli occhi su sua moglie Taneko, che vive lontano nella lussuosa tenuta di suo padre e aspetta il ritorno del marito nel fine settimana. È accanto a quella donna bella e raffinata che Honda Ichirō perde tutte le capacità seduttive, e si sente schiacciato dalla sua mancanza di virilità. Poi torna a Tokyo e tutto ricomincia come prima, bar, donne, in un circolo di seduzione continua.
Probabilmente tutto continuerebbe così all'infinito, se non fosse che le donne che seduce iniziano a morire, una dopo l'altra. La seduzione e il sesso diventano tappe di un rituale di morte. Il colpevole è Honda o è solo vittima di una macabra coincidenza?

"Diario di un seduttore" è un noir in cui la tensione è sottile e tagliente come un bisturi, che lascia impercettibili ferite che vedremo sanguinare solo quando è troppo tardi.
Togawa Masako, oltre che scrittrice, è stata anche attrice, cantante e titolare di un nightclub. Non stupisce, quindi, che in questa storia riesca a riversare le atmosfere fumose, equivoche, provocanti dei club di Tokyo, una città che conosciamo attraverso il percorso di Honda e la vediamo prendere vita di notte per fare da sfondo alla danza di seduzione del nostro protagonista.
Durante la lettura, ho raccolto indizi, collegato eventi e dettagli, ed ero sicura - sicurissima! - di aver scoperto il colpevole. Tutto combaciava, prove e controprove, stavolta Masako non mi avrebbe presa in contropiede. E invece.

Come in "Residenza per signore sole", anche qui il finale è sconvolgente, ribalta tutte le sicurezze dei protagonisti e anche del lettore, che guarda gli indizi da una prospettiva diversa e si rende conto che la verità ha due facce, in questo caso, e per un momento, vittime e carnefici hanno lo stesso volto, la stessa espressione sconfitta e trionfante che salta fuori dalle pagine e non vi lascia più.

Ho chiuso il libro con un senso di gratitudine: verso Togawa Masako per essere la scrittrice che è stata; verso la traduttrice, Antonietta Pastore, per aver trasposto per il lettore italiano una costruzione linguistica e culturale talmente complessa; verso la casa editrice Marsilio che ha intrapreso l'avventura di portare in Italia un certo tipo di letteratura giapponese che è impossibile non amare.

"Diario di un seduttore" è un noir che dovrebbe fare scuola, per ogni dettaglio di cui si fa portatore, e soprattutto per la smania che lascia addosso di leggere presto nuovi libri di quest'autrice straordinaria.


«Aveva un vero talento nel fare colpo sulle donne, un intuito che gli permetteva di capire la loro personalità e i loro gusti al primo incontro.
Se la donna amava l'arte, ecco che Honda diventava un musicista, o un pittore. Una volta era un ufficiale di marina, un'altra un pilota. E quando assumeva i panni di un barman, sentirlo spiegare come preparava i cocktail avrebbe divertito chiunque.»


[libro omaggio della casa editrice]



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