«Perché è cosi che ci si abitua a fare. Nella vita ci abituiamo a fingere, nascondendo il nostro stato d'animo. Solo che ci riesce più semplice nascondere la tristezza, che la felicità.»
Nel corso degli anni ho imparato che, quando qualcuno che conosci ti dice che ha scritto un libro e che gli farebbe piacere che lo leggessi, probabilmente esistono due possibili reazioni: o lo blocchi su tutti i social, cancelli e blocchi il suo numero sul telefono e fingi di essere partito per la Cina, oppure dici "poi vediamo".
Stavolta, però, non ho avuto bisogno di rifugiarmi in un bunker senza connessione perché questo libro in particolare volevo davvero leggerlo.
Quando è uscito "Regalo di Natale" di Sal Formisano [Scatole Parlanti], ho accolto questa novità editoriale con l'entusiasmo di un regalo (di Natale?) anticipato.
Ambientato a Emmendingen, un piccolo comune tedesco a nord di Friburgo, il romanzo si apre a pochi giorni dal Natale del 1996. Le persone corrono per recuperare gli ultimi regali, i negozi sono presi d'assalto, tutti tranne la libreria di Robert, che già sa di dover abbassare la saracinesca definitivamente a breve per fare spazio a un negozio di tecnologia. Cosa ha fatto Robert per evitare di perdere la sua amata attività? Niente. Cosa ha intenzione di fare Robert per reagire a questa apparente sconfitta? Organizzare una partita di calcio per la sera di Natale.
«Non ero cattivo. Non fatevi un'idea sbagliata del me di allora. Ero deluso.»
Attorno all'amareggiato libraio, ruotano gli abitanti del quartiere, pittoreschi e a loro modo comici; il suo assistente e amico Evan, sempre pronto a fare festa e a tirarlo su di morale; i piccoli rituali di ogni giorno nello spazio confortevole della libreria e della sua tana casalinga. Ogni movimento di Robert sembra portare lo stigma dell'assenza di speranza, sarà una stanchezza dovuta a quegli anni che sembravano essere tutto e niente in attesa del nuovo millennio, sarà perché la vita gli tolto tanto e troppo presto.
Finché un giorno, per caso, entra in negozio Lilia. Quando entra, però, Robert non sa ancora il suo nome, ma riconosce nel suo sorriso un battito di cuore che mancava al suo.
È un po' come se tutti i pezzi che la vita aveva sparso e che Robert non aveva voglia di raccogliere, si incollassero insieme indissolubilmente, e anche il quartiere sembra essere percorso da un'energia nuova.
Messi da parte i toni da cronaca - Salvatore e io siamo stati colleghi giornalisti per tanti anni -, in "Regalo di Natale" Formisano si lascia andare ai poetici toni pastello di un amore appena nato ma pieno di promesse per il futuro.
La voce di Robert si alterna a quella del diario di Lilia, per unire passato e presente, e per raccontarci che la favola di Natale è diventata vita vera, con tutto il bene e il male che questo possa significare.
Al netto di qualche acerbità stilistica, Formisano consegna al lettore una di quelle storie di grandi sentimenti e di piccole cose importanti.
È facile sentirsi coinvolti nelle vicende di Robert e Lilia, tanto da non riuscire a smettere di girare una pagina dopo l'altra, per ritrovarsi poi alla fine chiedendosi che cosa abbia fatto ancora quel personaggio e facendo il tifo per ipotetiche future evoluzioni.
"Regalo di Natale" è un libro che ha in sé la scintilla luminosa della magia e le ombre che le permettono di brillare più vividamente. Da leggere.
[ebook omaggio dell'autore]
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