«Sono completamente felice. Sono un principe. Mi sono appena sposato e sono innamorato. La vita è una pacchia. Hai qualcosa da dire al riguardo?»
«Sì», disse Misty con l'aria sognante. «Ho sposato un cretino.»
Se siete tra quelli che si insospettiscono quando non vedono guai all'orizzonte, accomodatevi tra le pagine di questo libro e respirate profondamente. Vi guarirà, almeno per il tempo della lettura.
"Felici tutti i giorni" di Laurie Colwin (Edizioni Sur) è una commedia romantica, deliziosa come un film di Nora Ephron, con i quattro protagonisti che avanzano a ritmo di danza attraverso le proprie vite.
Vite borghesi, forse, se ha senso attribuire l'aggettivo al desiderio di tranquillità, a quel sottile senso di benessere che si ricerca nelle piccole cose belle.
Guido e Vincent sono amici, migliori amici, di quelli che condividono lo stesso background culturale e sociale. Old money, insomma, circoli esclusivi, attitudine rilassata verso la vita, talmente a proprio agio nella propria pelle da non rendersi conto che non tutti hanno avuto le stesse possibilità.
Sembrano non avere un'oncia di cattiveria in corpo e, anche di fronte alle ingiustizie o ai piccoli dispetti, oppongono un solido ottimismo e un sano je-m'en-foutisme che non si possono imparare né invidiare tanto sono spontanei.
«Un cuore infranto, pensò Guido, non era la cosa peggiore che potesse succedere a un uomo intelligente che fa scelte stupide in campo amoroso.»
Guido si innamora di Holly, Vincent di Misty, entrambe lontane dai loro standard di donne bionde, atletiche e con un fondo fiduciario: raffinata e distaccata la prima, intelligentissima, incasinata e con un'ironia tagliente la seconda.
Quando universi così diversi collidono, i risultati non possono che essere inaspettati: equilibri sottili e talvolta bizzarri reggono le due coppie di giovani, impegnati a mantenere lo status quo di felicità, e chi potrebbe biasimarli?
Le loro vite prendono una forma comoda ed esteticamente ammirevole, nelle loro case nell'Upper West Side dove cenano insieme, discutono brillantemente di arte, letteratura, tra i viali di Central Park, nei loro uffici con vista sulla città. Cosa c'è di male in questo?
«Era meglio di un sogno a occhi aperti, meglio di quei sogni notturni molto elaborati che al mattino lasciano un retrogusto dolce, di inspiegabile felicità.»
"Felici tutti i giorni" è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1978 contribuendo a rendere Laurie Colwin un'autrice cult, sicuramente una scrittrice in grado di offrirci una commedia romantica e piena di leggerezza mai banale, con un buonumore contagioso che si trasmette dalla bizzarra galleria di personaggi fino al lettore.
Il romanzo ci accoglie nelle strade di New York, nelle vite liete di due coppie e non ha fretta di lasciarci andare. Non accadono grandi cose, in effetti, sembrano tutti immuni dagli immensi drammi della vita, eppure quella felicità di tutti i giorni, semplice, ha una forza di attrazione irresistibile.
Confesso di aver fatto fatica a lasciarli andare, mi sembrava di salutare vecchi amici delle cui esistenze avrei ancora voluto far parte.
«La vita non era complicata come aveva pensato Misty. Con Vincent al suo fianco, spesso era semplice come la vedeva lui.»
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