Recensione: I tonni non nuotano in scatola di Carla Fiorentino



«"Quindi mi vuoi dire che, per acchiappare i tonni, mettete su tutto questo labirinto?"
"Eh, cosa pensate voi in continente, che i tonni nuotino in scatola?"»

Il mare, un'isola piena di contraddizioni e misteri, il fascino dell'altrove, l'atmosfera onirica di storie antiche e nuove leggende. Se tutto questo non dovesse bastare, metteteci un titolo come "I tonni non nuotano in scatola" e una copertina originale, colorata, che resta impressa nella mente, et voilà! Ecco il nuovo libro di Carla Fiorentino, uscito appena ieri per Fandango Libri.

Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e mi sono lasciata trasportare nell'altrove di Violetta, da sempre chiamata Vetta, la protagonista della storia che, dalla redazione romana di un giornale dove scrive di viaggi, parte per ritornare a Carloforte, l'isola sarda su cui ha passato tante estati con la sua famiglia da bambina. Vetta parte ufficialmente per scrivere un articolo sulle bellezze dell'isola, ma in realtà sta scappando da Federico, il suo fidanzato storico, dopo che per caso ha scoperto che nasconde una scatolina da anello di fidanzamento in una giacca nell'armadio. Vetta non vuole arrendersi a quello che chiama "mercimonio" e allora il richiamo dell'altrove si fa fortissimo per non rispondere.

«Questa necessità di lasciare tutto e andare via, il più lontano possibile. 
Dove non era poi così importante.»
A Carloforte incontra Pietro, un sommozzatore di tonnara che, quasi suo malgrado, diventa la sua guida alla scoperta delle bellezze nascoste dell'isola e, soprattutto, il suo Virgilio nella discesa tra i misteri che il paese fa di tutto per nascondere.

«Era stato proprio quando i primi corpi lucidi erano emersi dalle acque che si era sentito quel grido, il cui ricordo avrebbe tenuto sveglio più di un uomo per le notti a venire. "C'è una donna, c'è una donna in mezzo ai tonni."»

Insieme a Vetta, camminiamo per i carruggi di quest'isola particolarissima, dove si parla il dialetto tabarchino - una variante del dialetto genovese - e dove ogni angolo porta con sé l'odore invitante di focaccia calda. Saliamo su una tonnara e ci prepariamo ad assistere alla mattanza dei tonni e, invece, Vetta ci catapulta in una caccia alla verità nascosta che mai avremmo immaginato. Ha visto davvero una donna in mezzo ai tonni? E se sì, chi era quella donna?

Dopo "Che cosa fanno i cucù nelle mezz'ore", Carla Fiorentino porta con sé il lettore in un viaggio che, apparentemente, è quello su un'isola circondata da un mare fantastico, ma in realtà la destinazione ha molto a che vedere con le paure, con le leggende, con la solitudine e, in definitiva, con l'amore.
Mentre cerca di capire perché la gente del paese, a partire da Pietro, cerca di nascondere la verità su alcune donne scomparse in mare, Vetta si imbatte nel dolore, nel lutto, nel terrore di rimanere soli e assiste agli effetti del richiamo irresistibile del mare.

«Per me, l'altrove assumeva colori e sapori sempre diversi. L'altrove era un'altra vita in un altro mondo con altre persone e talvolta anche con un'altra me stessa.»

"I tonni non nuotano in scatola" è un romanzo poetico, con una protagonista che sembra una creatura ultraterrena, una nereide moderna, ironica e disincantata che pure si lascia affascinare dall'ignoto, dandosi la possibilità di credere anche a quello che tutti dicono essere impossibile.

Capitolo dopo capitolo - i cui titoli sono parte del racconto -, Fiorentino traccia emozioni e turbamenti che potrebbero essere tipici delle vacanze estive, con gli occhi abbagliati dai mille scintillii del mare, se non fosse che, da adulti, diventano meno divertenti e spensierati. La fuga di Vetta giunge a destinazione, così come le sue domande trovano risposta, senza intaccare però alcuni misteri che resteranno per sempre sull'isola e dentro di lei.

Leggete "I tonni non nuotano in scatola" se avete voglia di una storia di mare, di ricerca di sé stessi, di un mistero che sa di sogni estivi dove nuotano enormi pesci argentati e di risvegli con il vento di mare che porta nuove consapevolezze, 

«Perché i posti che amiamo, come le persone, li amiamo in tutto e per tutto, 
talvolta persino di più per i loro difetti che per i loro pregi.»



[libro omaggio della casa editrice]

Commenti