Recensione: Con l'arte e con l'inganno di Valeria Corciolani


L'arte è un linguaggio che può parlarci in diversi modi e, sapendo decifrare i codici, le storie che racconta ci dicono molto di più di quello che è scritto nei libri.
"Con l'arte e con l'inganno" [Rizzoli], il nuovo libro di Valeria Corciolani, inaugura una nuova serie in cui le indagini per un delitto si intrecciano con le storie dell'arte.

La protagonista è Edna Silvera, storica dell'arte e restauratrice di grande prestigio, cinquantasette anni splendidamente portati e un carattere che mal sopporta i comportamenti soverchianti e maschilisti [leggasi: l'atteggiamento dei baroni universitari]. Edna vive da sola nella sua villetta, con il conforto del suo gatto e delle sue galline (che amano razzolare al suono delle canzoni degli Abba e dei Pooh), e si occupa della madre ottantenne, eliminatrice seriale di badanti.
Quando per ripicca viene inviata dal rettore a un convegno su Dante in un paesino della Fontanabuona, Edna si aspetta di annoiarsi, di sbadigliare e maledire mentalmente i raccomandati che fanno carriera. Insomma, tutto tranne che incappare in un morto e in una tavola di legno che sembra antichissima. In più, il dipinto che si intravede sembra nascondere qualcosa.
Il pm Jacopo Bassi viene incaricato di indagare e per lui Edna sa troppe cose, sa a chi rivolgersi per avere informazioni e non le importa se intanto infrange diversi articoli del codice penale.

Avevo già apprezzato lo stile di Corciolani in "Lacrime di coccodrillo" e "La mossa della cernia" e ho ritrovato l'ambientazione chiavarese che costituiva parte del fascino dei precedenti racconti, insieme alla  brillante caratterizzazione dei personaggi.
L'eleganza delle descrizioni rappresenta, a parer mio, un punto di forza della scrittura di Corciolani: nella trama, l'inserimento delle nozioni storiche riguardanti i colori è una parentesi interessantissima che avrei voluto non finisse mai.
Come nei precedenti lavori, anche qui uno sguardo esterno è affidato a un animale, in questo caso un nibbio, che fin dall'inizio è custode della soluzione del caso ma non potendo parlare, ci offre solo gli indizi che ha colto sorvolando su tutto e tutti.

Un giallo che può definirsi classico in quanto non mette in risalto la risoluzione del delitto in sé ma il ragionamento, il percorso di deduzione, la genialità delle intuizioni e le spiegazioni artistiche (sublimi!).

Non so dirvi quanto mi sia piaciuto il modo di guardare di Edna, il suo osservare il mondo attraverso una lente accurata e particolarissima, il suo modo pratico di muoversi nella sua pelle, che diventa un'attrattiva per quelli che le stanno attorno, anche quando non vogliono ammetterlo.
Mi sono goduta il viaggio attraverso questo libro come un caffè nella piazza del paese, mentre aspettavo i personaggi muoversi e passare a raccontarmi il loro punto di vista.
Se questo è il primo capitolo di una nuova serie, l'attesa del prossimo libro sarà un tormento che spero trovi sollievo quanto prima, felicemente, per mano dell'autrice.




[libro omaggio della casa editrice]

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