Recensione: La ragazza che cancellava i ricordi di Chiara Moscardelli


- Stai aprendo i chakra??? - chiese Pinky. - Brava! Anche io lo faccio, è una cosa importante, soprattutto quelli del cuore e della pancia.
- No, è un rutto,  - le rispose.
- Ah.

Per far ridere, raccontando una storia che di comico ha ben poco, ci vuole talento.
Chiara Moscardelli con il suo nuovo libro, "La ragazza che cancellava i ricordi" [Einaudi], conferma che la sua scrittura può avvalersi di questa notevole abilità.

Olga ha trentanove anni e vive in un paesino al confine con la Svizzera. Fa la tatuatrice ed è talmente brava che le hanno dedicato anche degli articoli sui giornali nazionali. Perché? Olga riesce a coprire e cancellare i brutti tatuaggi e i brutti ricordi. Quello che nessuno sa, però, è che lei ha il corpo ricoperto dai suoi ricordi, per non perderli come è successo alla madre, affetta da Alzheimer.
La cosa che le sta più a cuore è di non instaurare rapporti con nessuno, non affezionarsi, non legarsi a chicchessia, perché solo così può mettere in pratica gli insegnamenti del suo misterioso padre, un uomo che ha abbandonato Olga e la madre per poi ricomparire quando lei era una ragazzina, sottoponendola a un estenuante addestramento, contro chi o cosa non è dato saperlo (almeno in un primo momento).

Eppure nessun uomo è un'isola e Olga, suo malgrado, instaura una qualche amicizia con una escort sua cliente ed è lei, quando sparisce, a farla piombare in una rete di delitti e misteri, violenza e intrighi, che la porterà a scoprire molto più su sé stessa e la sua famiglia di quanto avrebbe mai osato chiedere.

- E che mi dici del primario? Toffolo...
- Un gentiluomo. Ma, sai, la carne è debole.
- La carne è debole solo se è quella di un cretino.

Nel paese sul lago in cui si è rifugiata, Olga vive in un perenne isolamento, o meglio, è quello che crede, perché, in realtà, ha una rete di amici pronti ad attivarsi al minimo segnale di pericolo, segnale che, ovviamente, non ha inviato lei, convintissima di potersela cavare sempre da sola.
Le sue convinzioni vacillano del tutto quando, durante le indagini per ritrovare la sua amica, Olga si imbatte in Gabriele Pasca, giornalista rampante, anche lui sulle tracce della donna e di altre escort trovate morte nei mesi precedenti.
Cosa ha di diverso quest'uomo, di cui Olga all'inizio non si fida?
Ammette candidamente le proprie debolezze e paure, e all'inizio ha paura soprattutto di Olga, che a più riprese lo aggredisce, e la guarda come nessuno l'ha mai guardata.
Un tourbillon di misteri sempre più fitti porterà sciogliere (in parte) il rebus legato al padre di Olga.

La storia di Olga Rosalia Bellomo è una storia di solitudine e diffidenza, di lontananza da qualsiasi affetto e da qualsiasi idea di famiglia, eppure Chiara Moscardelli ci regala momenti di inusitata leggerezza, con battute che, precise, colpiscono al centro del nostro senso del comico.

Avevo già sperimentato il raffinato divertissement firmato Moscardelli - con "Volevo essere una gatta morta", "Volevo essere una vedova" e la serie con protagonista Teresa Papavero - e in "La ragazza che cancellava i ricordi" ho apprezzato anche la capacità di parlare di argomenti che hanno un peso specifico ben lontano dalla leggerezza - prostituzione, corruzione, tra le altre cose - e, nonostante tutto, non gravare sull'umore del lettore.

"La ragazza che cancellava i ricordi" mi ha dato la possibilità di conoscere Olga e la sua irresistibile verve, e sono sicura che ne sentirò la mancanza.


«Quel giorno Olga aveva deciso di affidarsi a lui, e lo stava facendo anche adesso. Con la differenza che all'epoca lei era una bambina desiderosa di essere amata. Oggi, invece, era una donna sinceramente amata, sebbene ancora non lo avesse capito.»

[libro omaggio della casa editrice]


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